Un referendum sul futuro dell'oratorio
Vox populi, vox dei…o qualcosa di simile probabilmente è passato nella testa di molti parrocchiani di Pieve e Fontana dopo l’annuncio da parte di don Riccardo Bergamaschi e don Giuseppe Baccanelli, rispettivamente parroco e curato, di un referendum sul futuro dell’oratorio valgobbino
Vox populi, vox dei…o qualcosa di simile probabilmente è passato nella testa di molti parrocchiani di Pieve e Fontana dopo l’annuncio da parte di don Riccardo Bergamaschi e don Giuseppe Baccanelli, rispettivamente parroco e curato, di un referendum sul futuro dell’oratorio di Pieve. Senza scomodare i detti latini, la riflessione viene così spiegata: “Con la conclusione del cantiere canonica, è giunto il momento di pensare al nostro oratorio. Il percorso non sarà veloce e immediato, ma è utile conoscere ed essere consapevoli delle nostre intenzioni. Abbiamo pensato ad una sorta di referendum, dove chiederemo il vostro parere su come muoverci; meglio, se muoverci o no”.
Ecco spiegato il primo vero grande quesito su cui si dovrà esprimere il parere: iniziare i lavori oppure mantenere la struttura così com’è? E a dirla tutta, così com’è, non è un gran che… I quesiti referendari poi continueranno, nel caso di scelta di intervento, per esprimere un parere su quale progetto si preferisca tra quelli maturati in un percorso di circa quattro anni. “È una forma di condivisione e responsabilizzazione – ricorda don Giuseppe – della comunità intera e non di qualcuno”. Verrà chiesta anche la disponibilità personale, per chi vuole, ad impegnarsi in prima persona. Domenica 3 marzo e mercoledì 6 marzo saranno distribuite le schede per la votazione al termine delle messe. Domenica 10 marzo sarà la data del referendum vero e proprio per capire se sistemare l’oratorio o meno.