Rifiorisce il Colle di S. Eusebio
Alcune mucche, un asino, lepri e cerbiatti popolano una porzione di bosco, un tempo abbandonata, curata da Sergio Zadra
Il Colle di Sant’Eusebio, uno dei tanti passi, amati e temuti dai cicloamatori bresciani, per molti anni giovanili è stata via prediletta per andare verso la Valsabbia, evitando la più lineare e dolce Lumezzane, pur trafficata; giunti ai primi tornanti già le gambe diventavano legnose, anche per i fumi respirati nella sottostante Nave. Ora pare più rilassante ed economico fare la tangenziale verso il lago di Garda. Ma se si vuole passare per la verde Vallio conviene ancora inerpicarsi sui lunghi e ripidi tornanti che iniziano dopo l’abitato di Caino, nel cui territorio è ubicato il colle.
I prati. I prati attorno al colle, per anni abbandonati e incolti, stanno per avere un pur timido e nuovo sviluppo: abbiamo incontrato Sergio Zadra che da quindici anni ha ripulito una porzione di bosco, di sua proprietà, ripopolandola con alcune mucche ed un asino, che si giovano della compagnia di lepri, cerbiatti e variopinti uccelli. “Ora che sono felicemente in pensione per me salire anche ogni giorno sul colle, per accudire agli animali e per sistemare baracca e bosco, è oltre che rilassante anche corroborante. Qui passo momenti indimenticabili sia in solitudine che circondato in alcuni momenti dell’anno da amici, che approfittano del mio invito, e dai familiari, che sovente mi accompagnano. Quando iniziai a frequentare il Colle, tanti anni fa, avevo per vicini solo gli animali selvatici, ma ora qua attorno si sentono sempre più spesso rumori di civiltà, voci di camminatori, rombi di motori agricoli e vociare di bambini in gioco. Quasi quasi rimpiango il silenzio intriso di stormir di fronde, cinguettii, latrati e ululati in lontananza. Quello che si vede è tutto opera del mio lavoro e del mio borsello; la mia pensione e l’amore per questo monte son bastati, ma anche solo un cenno di ringraziamento da parte di coloro a cui concedo di entrare nella mia proprietà per raggiungere le zone di caccia, farebbe piacere; inoltre oltre a sfalciare l’erba devo anche raccogliere rifiuti vari abbandonati poco educatamente”. Per ora è un timido accenno di rinascita per il colle: oltre al ristorante, posto sulla sommità e vicino alla chiesetta dove è possibile sostare oltre che per far riposare le gambe stanche anche per un’ave Maria, c’è appena sotto l’azienda Agricola Bettina, che dal 2002 alleva capre e vende latte, formaggi, gelati ed insaccati sia in sede che nei mercati vicini. Una volta c’era il famoso Ristorante Miramonti e poco sopra la discoteca, chiusi da tempo. Sul colle aleggia la leggenda di Sant’Eusebio, che vi racconteremo un’altra volta.