Perpetua nella Casa della carità
Una vocazione “contrastata” e un amore indissolubile per il marito hanno fatto da collante nella vita di Lina, prossima agli 80 anni
Lina Barbieri, nella parrocchia di Carcina, è conosciuta come la perpetua, per altri è la “signora Bodini” per via del figlio, Evaristo Bodini, sindaco di Villa Carcina per due mandati, e ora docente di religione e vicepreside al Liceo scientifico di Gardone Valtrompia.
Vocazione. Da fanciulla coltivò segretamente la sua vocazione fino a quando, diciottenne, dichiarò il suo desiderio di farsi suora in una letterina nascosta sotto il piatto del padre, che sentenziò:” Fino alla maggiore età non se ne fa niente!”. Almeno una volta all’anno andava a fare gli esercizi spirituali e dopo quelli dei vent’anni ritornò a casa con una missiva da portare ad una compaesana. Galeotta fu la lettera e il prete che gliela diede ma romanzesco anche il succedersi degli eventi: dopo aver ritrovato quella lettera, strappata inavvertitamente dalla madre, si reca a consegnarla ed entrata in casa della destinataria vede, seduto sul divano, il fratello Battista… e fu amore a prima vista! Dopo poco più di un anno di fidanzamento e dopo aver chiesto il consiglio al padre spirituale si decide fra le due vocazioni e a 21 anni appena compiuti s’invola a felici nozze. Con tutti i famigliari si ritrova ogni anno, anche se da 37 Battista è ritornato alla casa del padre, per festeggiare il ricordo di quel giorno benedetto: ringrazia il Signore dei doni dell’amato marito, dei 5 figli, dei nipoti e dei tanti amici.
Figlia. L’unica figlia, Palmira, ha invece raddoppiato la figliolanza avendo 10 figli. “Io e mio marito Marco − ha sottolineato − viviamo come in un cenacolo; per anni siamo stati in 12 a tavola, fino a quando i 3 più grandi sono volati fuori dal nido. Pur con le normali fatiche l’essere in tanti in famiglia ha riempito i giorni e le notti di tenerezze e di amore che ora ci vengono restituiti con gli interessi dai nostri figli. Ci rimane anche del tempo per la preghiera, che fa da collante alla nostra vita e pervade di serenità e gioia noi e i nostri figli, che sono una grazia di Dio. Ma ho avuto l’esempio di mio padre, che sprizzava amore per noi e nostra madre, con baci e tenerezze e che la cingeva spudoratamente a braccetto quando uscivano in pubblico; e poi benediva sempre il cibo prima di iniziare i pasti”. La signora Lina ha sempre avuto la libertà di coltivare le sue “passioni”: per il benessere dell’anima e dello spirito anche degli altri (per tanti anni ha fatto la catechista); per la lettura, specie quella di carattere religioso; per la visita e l’assistenza ai malati; per il gioco della palla (è stata la regista delle “Campionesse mondiali di Palladolcevolo”, dall’alto dei suoi 143 cm!).
Casa. Ora la signora Lina, prossima a spegnere 80 candeline, abita nella Casa della carità, dono di mons. Serafino Corti alla Parrocchia, in attesa, al rintocco, di partecipare alla S. Messa nella chiesa lì accanto e, quando suonerà il campanone, quando Dio lo vorrà, di rivedere l’amato marito Battista.