Lumezzane, la storia del Covid su stoffa
Ci sono sicuramente tanti modi per ricordare quanto, in questi mesi di emergenza, la vita e la normalità siano state messe in discussione. A Lumezzane San Sebastiano la modalità proposta dal diacono Tarcisio Bugatti è quella di raccogliere pezzi di stoffa bianca a cui associare una frase per poi realizzare qualcosa che rimanga nel tempo a memoria del periodo di chiusura totale a causa dell’emergenza Covid. “Ci piacerebbe – racconta l’ideatore dell’iniziativa – riuscire a realizzare un panno per l’ambone o, se dovessero esserci molti pezzi di stoffa, anche una casula”. L’idea, recuperata e rielaborata da una proposta quaresimale di una parrocchia di Torino, dovrebbe “essere interessante per mantenere memoria dei fatti della vita. Tra venti anni rimarranno questi pezzi di stoffa a ricordare come la vita è cambiata”.
Tarcisio, 68 anni, sposato con due figli e nonno, è diacono da 17 anni e si è occupato per 12 circa di pastorale famigliare. I pezzi di stoffa bianca devono essere di cm. 20x20. La stoffa richiesta è bianca “perché sarà per tutti abito della festa, che permette di partecipare al banchetto di nozze che il Vangelo di Matteo descrive al capitolo 22. Quando lo vedremo durante le celebrazioni sarà facile ricordare quanto sta accadendo. Sarà il nostro modo come comunità di rendere visibile e presente con i nostri gesti questo tempo e ricordare l’amore che Dio ha per ciascuno, e ridirci che Lui è l’unico vero tesoro da custodire”.