Il fantastico viaggio di Iosù
Ultimi giorni, la chiusura è fissata al 15 aprile, per visitare la proposta curata a Torre Avogadro da Sonia Mangoni
Il silenzio e il pugno che batte sul petto per produrre il “tum tum” di un cuore. Per chiudere la visita teatralizzata de “La Torre delle favole”, Iosù, protagonista della quindicesima edizione e interpretato per l’occasione da Stefania Mancini (ci sono anche Sara Manducci e Michele D’Aquila), fa battere il cuore a tutti i bimbi. È la conclusione di un percorso che invita a riscoprire, ad ascoltare, a raccogliere. “Sembra frivolo all’inizio – racconta Stefania – ma poi con il suo annaffiare e raccogliere lacrime si rende conto che sta facendo qualcosa di grande”.
La scelta che accompagna questa edizione de “La Torre delle favole” del Comune di Lumezzane, ideata e curata da Sonia Mangoni con il coordinamento di Nicola Salvinelli e la produzione di Scena Urbana, è originale, controtendenza, a volte spiazzante e destrutturata. Fanno più fatica gi adulti dei bambini. In visita in compagnia di 40 alunni di seconda elementare e maestre dell’Istituto comprensivo di Concesio, i piccoli scoprono la bellezza di una fiaba che pare essere una filastrocca. Poche parole, tanta comunicazione nella vicenda di Iosù creata e illustrata da Alessandro Sanna. Poche parole e intorno immagini realizzate con dei timbri. Poche parole che i bambini ripetono. E dove non ci sono parole, tanto silenzio pieno. “È molto diverso dall’essere sul palcoscenico. Qui c’è l’interazione con i bambini; devi essere molto permeabile a sentire il tuo piccolo pubblico: cosa ti chiede, cosa coglie. È una sfida per un’attrice” spiega Stefania. Non ci sono parole in più rispetto al testo della fiaba. Solo gesti e silenzio. Una comunicazione non verbale che offre, nella teatralizzazione curata da Sonia Mangoni, tutta la ricchezza e il peso delle parole. Quelle dette sono ricche di significato, sono fiori che sbocciano dai muri innaffiati da Iosù. Sono ricche di significato e valore come le lacrime raccolte dai davanzali durante la notte. E tutto diventa verde, verde speranza. Qualcuno chiacchiera ma segue, altri rimangono meravigliati, soprattutto se piccoli. Ripetono la storia, provano a completare le frasi.
Alla fine non si è come prima. Nessuno. Bambini o adulti che siano. La vicenda di “Iovivoquimapreferireistareinunboscolassù” che tutti chiamano Iosù piace. “Interessante la parte interattiva oltre alla storia così come l’dea che prendendosi cura delle cose e innaffiando la città con le lacrime nasca la vita”, raccontano le maestre Arianna e Alda, per la prima volta a “La Torre delle favole” e pronte a tornarci. Successo confermato dai numeri. Si chiude il 15 aprile, ma sono aumentate le ore per la teatralizzazione rispetto al programma perché ci sono state troppe richieste.