I 105 anni dell'alpino Giacomo Vivenzi
Mente pronta e mano ferma, circondato dall'affetto dei suoi cari e di tutto il comune di Marcheno, Giacomo Vivenzi (detto Cumilì) - alpino del "Vestù", quello narrato da Rigoni Stern - lunedì prossimo taglierà un importante traguardo
Mente pronta e mano ferma, circondato dall'affetto dei suoi cari e di tutto il comune di Marcheno, Giacomo Vivenzi (detto Cumilì), alpino del "Vestù", quello narato da Rigoni Stern, lunedì prossimo taglierà il traguardo dei 105 anni. Uomo tutto d’un pezzo ma sempre gentile, è un esempio per tutti e un vanto per il comune della Valle. La sua è una storia semplice di lavoro onesto e fatica: ha sempre tagliato e commerciato legna in pace come in guerra.
Porta il nome del padre che con la mamma Caterina Zanardini ha tirato su dieci figli. Classe di leva nel 1934, tornato a casa, si era sposato con l’amata Virginia, che gli farà compagnia per 60 anni. Ha avuto due figlie, Albertina e Dorina, piccolissime. Era sul Brennero, l’8 settembre del 1943, quando i tedeschi fecero tutti prigionieri. Seguì una “vita” in prigionia: ricorda il cappellano Padre Marcolini, che teneva viva la speranza del ritorno. Nel 2013, il prefetto Brassesco Pace era a Marcheno ad onorarne i 100 anni con la consegna della la medaglia d'argento della Repubblica per gli internati.