Bozzoli: licenziati gli operai
Il liquidatore nominato dal Tribunale per cercare di ridurre le distante tra le parti in causa sulla condizione dell'azienda, precipitata nel baratro l'8 ottobre 2015 con la misteriosa scomparsa di Mario Bozzoli, non è riuscito nell'intento. A pagare il prezzo più alto i 14 dipendenti
Per vicenda della Fonderia Bozzoli di Marcheno, balzata agli onori della cronaca l’8 ottobre dello scorso anno per la misteriosa scomparsa di Mario Bozzoli, uno dei titolari, è arrivata la peggiore delle soluzioni ipotizzabili. Nella sede Cisl di Gardone Valtrompia sono state consegnate le lettere di licenziamento ai 14 operai.
Il liquidatore della Bozzoli, nominato ad inizio estate dal Tribunale per cercare di accorciare le distanze tra la moglie dell’imprenditore scomparso nel nulla, e il fratello e la sua famiglia non è riuscito nell'intento.
La frattura che si era aperta e fatta più ampia con il passare dei giorni e delle settimane, con le indagini delle forze dell’ordine che tendevano ad accreditare la tesi dell’omicidio di Mario Bozzoli, e che di fatto aveva reso ingovernabile l’azienda. Dopo il sequestro necessario per permettere agli inquirenti di svolgere accurate indagini, l’impianto aveva ripreso l’attività ma con una mole di lavoro sempre più ridotta. In luglio il Tribunale aveva nominato un liquidatore nella speranza che potesse trovare un accordo tra le parti. Speranze che sono definitivamente tramontate, ieri, con la consegna delle lettere di licenziamento agli operai ancora legati da un rapporto di lavoro alla fonderia valtrumplina.
“La Bozzoli è implosa per le divisioni tra i soci”, ha dichiarato Stefano Olivari che per la Fim Cisl ha assistito i lavoratori in questi ultimi 12 mesi travagliati.
Al dramma umano dei familiari si è aggiunto
il problema del lavoro bloccato da un lunghissimo sequestro degli impianti ed
un vero e proprio percorso a ostacoli per i lavoratori.
Con l'insanabile frattura tra i soci – la moglie di Bozzoli e il fratello dell’imprenditore scomparso – si è spenta
l’ultima speranza di vedere ripartire l’impresa.
“Grazie all’accordo sindacale – conclude Olivari – i lavoratori
avranno gli ammortizzatori sociali che potranno arrivare fino a due anni;
nel frattempo, d’intesa con il liquidatore, si è concordato un percorso di
attenzione speciale per la ricollocazione al lavoro in altre realtà produttive“.
Nel frattempo
proseguono le indagini degli inquirenti, in questi mesi al lavoro sugli scarti
della fonderia posti sotto sequestro e portati a Milano per cercare di trovare
resti organici dell’imprenditore scomparso.