Valcamonica. Il ritorno della tradizione
Un ritorno della tradizione in chiave produttiva, con un occhio alle proprietà nutritive della segale e uno agli aspetti più commerciali della sua reintroduzione. Dopo aver fatto un po’ di calcoli e averci messo tanto impegno, alcuni produttori camuni stanno vedendo realizzato il loro progetto: utilizzare per i propri prodotti a base di segale solo farina proveniente da coltivazioni situate in Vallecamonica.
Il sogno. “Avevamo questo sogno di avviare una filiera corta, praticamente a chilometro zero, per arrivare a produrre, e successivamente impiegare, sempre più farina proveniente da terreni camuni” racconta Armando Salvetti, 38enne titolare dell’omonima forneria fondata dai suoi avi nel 1885 proprio a Malonno, ma ben conosciuta in tutta la vallata. Con lui ci sono Dario Bonfanti dell’Agritutismo Roncadizza Lumaghera di Darfo, e Valentino Bronzini, coltivatori con esperienza del territorio, anche loro camuni. Un’idea partita da Malonno ma che ha coinvolto anche i campi della Bassa Valle, di Darfo e di Artogne. Così facendo, gli appezzamenti vanno a coprire zone con caratteristiche geografiche, microclimatiche e di terreno diverse tra loro, diversificando le aree di provenienza della futura farina, come hanno spiegato gli esperti nel corso di una mattinata in cui, tra le spighe dorate ormai pronte ad essere raccolte e lavorate, hanno voluto dare risalto al loro investimento produttivo presentandolo alla stampa locale.
I giorni del raccolto. Questi sono i giorni della raccolta, sia presso i campi di Darfo, leggermente più avanti nella fase di maturazione, che in quelli di Malonno. La segale, un tempo considerata cereale povero, verrà quindi macinata – rigorosamente in Valle – ricavandone la farina necessaria per gli impasti dei prossimi mesi. Il processo di semina, crescita, maturazione, raccolta e successiva trasformazione in farina e prodotti è oggetto di un continuo racconto che viene portato avanti sui social da Armando e dai suoi collaboratori.
Il futuro. Se i raccolti dei campi ora maturi andranno bene, il sogno per il futuro potrebbe essere quello di provare a coltivare in loco anche altri cereali come il farro o il grano saraceno, oltre che dare maggiore valore alla castagna, frutto locale per eccellenza, la cui farina è una materia prima preziosa e versatile.
L’opportunità occupazionale. Il tutto si potrebbe tramutare in un’opportunità occupazionale per i giovani, oltre che veicolo di promozione di prodotti locali, da offrire ai turisti che cercano la tipicità.