Schiavitù della prostituzione
Realizzati un opuscolo con i dati del fenomeno e un video con l’obiettivo di sensibilizzare le coscienze rispetto alle condizioni di schiavitù alle quali sono costrette le giovani donne. Forte l’impegno della Caritas
Le vedi in piedi sul ciglio della strada nella zona industriale di Boario, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Appena maggiorenni, più della metà sono nigeriane, un terzo rumene e il restante di varie nazionalità. Ciondolano sulle zeppe in attesa di un altro cliente, obbligate a prostituirsi dopo aver lasciato il loro Paese dietro promessa di un lavoro sicuro. Capita però, da qualche tempo, che incontrino anche chi le vuole aiutare: i volontari della Caritas di Darfo, che si sono presi a cuore queste ragazze avviando il progetto “Sulla Strada”. “Da gennaio 2015 abbiamo incontrato circa 80 prostitute, per la maggior parte tra i 18 e i 25 anni – racconta don Danilo Vezzoli, responsabile della Caritas darfense –. Accostandole abbiamo cercato di stabilire con loro un dialogo e provare a costruire un rapporto di fiducia, dare informazioni sui servizi sociosanitari e sulla prevenzione dei rischi connessi. I volontari propongono loro possibili vie d’uscita per recuperare la dignità, la libertà e dare inizio a un inserimento positivo nella società”. Sul fronte del contrasto al fenomeno, prezioso è l’intervento delle forze dell’ordine, che negli ultimi tre anni hanno multato circa 350 clienti con sanzioni da 500 euro l’una, come previsto dal regolamento del Comune di Darfo. Ma le multe non bastano per fermare questa una piaga sociale, che minaccia la salute e la sicurezza pubblica. Si consideri inoltre che il fenomeno della prostituzione è molto più ampio, se è vero che per la maggior parte dei casi viene praticata su appuntamento in appartamenti o locali privati. “Un quadro davvero sconfortante che necessita di un ulteriore passaggio: quello della sensibilizzazione sociale” dichiara Luigina Gaioni, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Darfo Boario Terme. “Bisogna diffondere una cultura di rispetto per le donne e di etica nelle relazioni sessuali”. Un processo che si annuncia lungo, ma che è indispensabile avviare.
Il materiale. A questo proposito - con il sostegno del Comune di Darfo e della Comunità montana e grazie a una rete di partner: Asst di Vallecamonica, Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona, Consultorio Tovini e Associazione Resilienza - è stato predisposto materiale cartaceo che diffonde i principali dati sul fenomeno in Vallecamonica. Inoltre, sono state previste azioni di divulgazione e formazione sui temi della prostituzione di strada e della tratta. È stato realizzato un anche video, girato a Darfo dall’associazione culturale “Effetto Cinema” che verrà trasmesso dalle televisioni locali e sui social, con l’obiettivo di contrastare l’indifferenza diffusa, sensibilizzare le coscienze rispetto alla condizione di schiavitù in cui queste giovani donne sono costrette e porre l’accento sulla responsabilità che ogni cliente si assume nel momento in cui incrementa questo commercio illegale e violento.