Più povertà ma calano le risorse
Intervista a don Danilo Vezzoli della Caritas zonale: la povertà è in aumento e colpisce maggiormente gli italiani tra i 40 e 60 anni
Nella tabella, frutto del bilancio relativo all’anno 2022, la colonna della povertà è di colore rosso. Anche Brescia e provincia, infatti, hanno registrato un aumento di richieste d’aiuto e, purtroppo, un decremento delle risorse a disposizione. Ce lo ha confermato anche don Danilo Vezzoli, responsabile della Caritas Zonale con sede a Darfo Boario Terme, tanto voluta e sostenuta dal vescovo Foresti e oggi punto di riferimento per la solidarietà camuna. “È una povertà nuova – sono le sue parole –: materiale, ma anche spesso morale e spirituale”.
La povertà in Italia supera di gran lunga 5 miliardi di unità. Nel 2021, i centri di ascolto Caritas hanno aiutato quasi 23mila persone (l’incremento è del 7% rispetto al precedente anno). Questi i dati che emergevano dal XXI rapporto Caritas diffuso nella Giornata internazionale di lotta alla povertà, celebrata lo scorso 17 ottobre. Si tratta di persone che oscillano sul confine dello stato del bisogno: l’età media va dai 40 ai 60 anni.
“Contrariamente a ciò che si pensa, la maggior parte dei bisognosi è italiana – spiega ancora don Danilo – : non sono solo gli immigrati a bussare alla porta”. Tra le richieste, oltre agli alimenti e al vestiario, anche un alloggio sicuro o un lavoro. “Queste persone – continua – hanno però soprattutto bisogno di essere ascoltate e capite. Nella nostra Caritas lavorano professionisti del settore, come la psicologa o l’assistente sociale: è una grande fortuna, anche solo per non cadere nello spontaneismo e nell’improvvisazione. La collaborazione con la Caritas diocesana e con la rete dei servizi sociali all’esterno è molto forte e proficua”. Nonostante il numero di volontari sia in calo, la Caritas “non è un’isola, qualcosa di nascosto e lontano alla cittadinanza. Anzi, l’unità pastorale di Darfo Boario Terme è molto attiva in questo senso”.
Tra i servizi offerti, anzitutto, il Centro di accoglienza “Anch’io”, che quest’anno è sempre stato al completo, vista la presenza numerosa di profughi ucraini (tra l’altro, sostanziale l’impegno con la Caritas di Odessa), ma anche di minori e donne maltrattate. Non solo: oltre al Centro di ascolto e di distribuzione delle risorse e al dormitorio San Martino, anche la “Casa della Fiamma”, struttura costituita da sette locali messi a disposizione dei più fragili come incentivo a coltivare e sviluppare la loro autonomia. “La Caritas Zonale – conclude don Danilo – cerca, attraverso gesti di amore, di essere segno di una carità più grande, immagine del Padre. Bisogna fare bene il bene: serve cuore e mente. Bisogna anche educare al dono: spesso, le gente porta alla Caritas i propri scarti, ma anche i poveri hanno una loro dignità ed è assurdo trattarli come persone di Serie B. L’impegno, poi, sarebbe quello di andare ancora più a fondo, al vero cuore della povertà”.