La Zona Vallecamonica è sempre più vecchia
Si è tenuto oggi pomeriggio, a Borgo Glazel di Piamborno, l’evento “Confindustria Brescia dialoga con il territorio”: al centro dei lavori un confronto tra imprese e istituzioni sul territorio camuno, sulle sue problematiche e sulle sinergie in essere.
Sono intervenuti Francesco Franceschetti (vice presidente Confindustria Brescia con delega a Zone e Settori), Giovanni Spatti (coordinatore Zona Valle Camonica di Confindustria Brescia), Franco Gussalli Beretta (presidente Confindustria Brescia), Giorgio Buzzi (presidente Assocamuna), Giorgio Maione (assessore all'Ambiente e Clima Regione Lombardia), Emanuele Moraschini (presidente Provincia di Brescia) e Ida Bottanelli (presidente Fondazione Prossima Generazione Valle Camonica).
Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia, in riferimento al territorio camuno: nel settore privato non agricolo, le unità locali sono passate dalle 9.396 nel 2007 alle 9.129 nel 2021, con una netta flessione in particolare delle attività manifatturiere, scese da 1.217 a 903 (-25,8%). Risultano in ribasso anche i dipendenti complessivi: in Valle Camonica erano 34.189 nel 2007, divenuti 32.411 nel 2021: su circa 1.800 addetti in meno, 1.600 fanno riferimento proprio alla manifattura.
A livello demografico, la Vallecamonica conta oggi quasi 98 mila abitanti, pari al 7,8% della popolazione residente in provincia di Brescia. Negli ultimi cinquant'anni la Zona si è sempre caratterizzata per un’evoluzione demografica meno intensa nei confronti della media provinciale, giustificata, in primo luogo, dalla sua progressiva perdita di attrattività residenziale (e occupazionale) rispetto ad altri contesti territoriali. Tale tendenza ha riguardato anche gli ultimi anni: dal 2012 ai giorni nostri, i residenti in Vallecamonica sono diminuiti con un CAGR (esprime il tasso di crescita medio annuo composto.) pari a -0,3% (in forte calo dal +0,5% del decennio precedente), a fronte di una evoluzione di poco positiva della media provinciale (+0,1%). La Zona Vallecamonica è inoltre protagonista di un forte invecchiamento della popolazione: si tratta di una tendenza che riguarda l’intera provincia, ma che nel territorio in questione assume un’entità più marcata.
“L’associazionismo può essere un collante molto importante in un territorio come quello camuno – le parole di Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia –. Dobbiamo continuare a insistere su capitale umano, digitalizzazione e innovazione: sono questi i punti cardine su cui costruire progetti comuni con realtà del territorio come Assocamuna, o come già fatto nel corso di quest’anno con Confindustria Bergamo. Vale a maggior ragione a fronte di un mercato che, dopo anni di grandissime crescite, subirà una fase di aggiustamento, anche alla luce dell’ormai noto rallentamento della Germania.”
“Oggi abbiamo un tessuto di giovani estremamente capaci, che possono darci tanto – ha aggiunto Giorgio Buzzi, presidente di Assocamuna –. Credo sia fondamentale fare un progetto di ampio respiro che coinvolga tutte le valli bresciane e, ovviamente, anche le istituzioni.”
“Quello che la provincia deve fare è ottimizzare la sua capacità di programmazione, in particolare sul tema viabilistico – riflette Emanuele Moraschini, presidente della Provincia di Brescia –. Solo in Vallecamonica stiamo mettendo in sicurezza 11 ponti. Nel gennaio 2024 vorrei inoltre convocare un tavolo per ragionare sul tema delle infrastrutture rivolto a tutti i portatori di interessi, tra cui Confindustria Brescia e Assocamuna, della viabilità e della resilienza delle strutture sul nostro territorio, portando successivamente i risultati a livello regionale.”
“Nel 2021 abbiamo deciso di costituire Fondazione Prossima Generazione Valle Camonica, con l’obiettivo di trasformare aree camune dismesse in aree di opportunità – commenta Ida Bottanelli, presidente Fondazione Prossima Generazione Valle Camonica –. Abbiamo iniziato a mappare le aree dismesse di maggiore interesse, e quindi lanciato l’idea di proporre agli imprenditori camuni il coinvolgimento nell’area ex Ols per renderla un hub energetico. Da lì è partita la spinta anche per altre aree, tra cui la principale a cui guardiamo oggi è l’ex Selca, che deve essere bonificata. Certamente la creazione di sinergie come quelle prefigurate stasera non potrà che aiutarci.”
“In Vallecamonica risultano 15 siti inquinati o potenzialmente inquinati – chiude Giorgio Maione, assessore all'Ambiente e Clima di Regione Lombardia –. La Regione ha dato una forte accelerata non solo alle bonifiche, ma anche alle fasi di controllo e di caratterizzazione dei siti. Il risanamento dei territori deturpati nei decenni scorsi sarà uno dei tratti caratterizzanti della giunta Fontana. Penso alla discarica del Calameto di Breno, per la quale abbiamo stanziato un milione, o alla ex Selca. Servono chiaramente risorse. Per questo vogliamo ragionare su partnership con i privati per progetti di bonifica e di rigenerazione urbana.”