La Parola illumina
Don Simone Caricari è il nuovo parroco di Pian Camuno, Beata, Solato e Vissone. Qui si racconta
È don Simone Caricari il nuovo parroco di Pian Camuno, Beata, Solato e Vissone. Classe 1969 e originario della parrocchia della Volta Bresciana, è stato ordinato sacerdote nel 1998. La sua sarà una “prima volta” da parroco, dopo gli anni da curato a Calcinato, Calcinatello e Ponte San Marco, ma prima ancora Mompiano, a Palazzolo e nella comunità di Provaglio. Il Vescovo, ora, lo chiama alla guida come del parroco nell’Unità pastorale camuna.
La sua prima esperienza da curato l’ha svolta a Provaglio d’Iseo, dal 1998 al 2003. Quali sono i ricordi che porta nel cuore?
A Provaglio, ho avuto la fortuna e la grazia di trovarmi molto bene. Il parroco don Luigi Bracchi era geniale: per il sostegno alla comunità, ma anche per quanto riguarda l’animazione e l’aggregazione. Da lui ho imparato tanto. L, ho passato tantissimo tempo in oratorio: ricordo la presenza fisica, le numerose relazioni, le tante idee e le varie iniziative, il gioco e lo stare insieme.
Poi, il trasferimento a Palazzolo, nella comunità parrocchiali di San Pancrazio e San Giuseppe, fino al 2008…
Sì, questa è stata un’esperienza diversa: più impegnativa, perché stare su più parrocchie è faticoso. Si ha meno tempo per le relazioni in oratorio. Tuttavia, sono riuscito a vivere la bellezza del camminare insieme tra parrocchie diverse.
A Mompiano (dove ha avuto il ruolo di curato dal 2008 al 2015, ndr), invece, che tipo di esperienza ha vissuto?
Posso dire che quella di Mompiano sia stata un’esperienza di sintesi. Sono tornato ad avere una sola parrocchia e un solo oratorio, anche se comunque le collaborazioni con altre parrocchie non sono mancate. Ho avuto tante occasioni di incontro con gli adolescenti e i giovani, ho seguito qualche percorso in più con gli adulti, un po’ per l’età, un po’ per ruolo… Oltre all’oratorio, ho aggiunto l’esperienza di scout con il gruppo Brescia 5: è stato un bel momento, molto importante per rileggere l’esperienza educativa. A Mompiano, ho vissuto un mix di esperienze e relazioni che sono difficili da riassumere in poche e semplici parole.
Per poi arrivare al presente: l’esperienza da curato nella Comunità di Calcinato, Calcinatello e Ponte San Marco…
È stata un’esperienza fondamentale, di amicizia con alcuni preti grazie all’Unità pastorale, ma anche di forti collaborazioni con catechisti e laici impegnati. Mi dispiace tantissimo lasciare questa comunità, perché ho l’impressione di lasciare le persone e i percorsi avviati a metà del guado. Chiaramente, per la prossima meta, la disponibilità sarà massima: sono sicuro che anche nelle comunità di Pian Camuno, Beata, Solato e Vissone ci sarà l’occasione per crescere insieme.
Quella a cui l’ha chiamata i Vescovo sarà la sua prima esperienza da parroco in un’Unità pastorale. Ha qualche timore riguardo a questa nuova “missione”?
No, non ho timori. Conosco l’attuale parroco don Pier Giuseppe e so che lavora molto bene. Questa sicurezza è gran parte della mia tranquillità. Inoltre, vivo ormai da qualche anno, come curato. l’esperienza dell’Unità pastorale. Come in ogni realtà, ci sono aspetti che funzionano e risultano essere un volano positivo per la comunità e altri che, invece, funzionano meno. Bisogna crescere insieme! In questa nuova esperienza, raccoglierò l’eredità del già fatto e cercherò, insieme alla comunità, di viverla fino in fondo, ma anche di potenziarla, passo dopo passo, senza ansia. Sarà sicuramente impegnativo, ma non ho dubbi che riusciremo a camminare insieme con gioia.
Considera, in particolare, un passo del Vangelo che ritiene essere la sua guida?
Cerco di farmi illuminare dalla Parola del giorno: oggi sono rimasto colpito da “Il Signore ti circonda di bontà e misericordia”, dal salmo 102. In effetti, le benedizioni e la misericordia di Dio mi circondano; o meglio: mi precedono. E so che non mancheranno mai.