La missione è una vocazione
L’occasione della Cena del povero, in programma sabato 9 marzo all’oratorio di Breno farà riunire la comunità attorno a Lucy Moscardi, missionaria laica di Mezzarro che ha trascorso gran parte della sua vita in Africa. Lucy, tornata da un nuovo viaggio qualche giorno fa, racconterà ai presenti la missione e porterà la sua testimonianza, facendo conoscere loro anche la toccante storia dell’Associazione “Nel sorriso di Valeria”.
Ma facciamo un passo indietro: era il 1982 quando la giovane Lucy, su invito dello zio, padre Glisente Moscardi, frate Cappuccino missionario, si recò per la prima volta in Costa d’Avorio a trovarlo. Fu l’inizio di una lunga, felice e fruttuosa esperienza missionaria. Iniziò a recarsi ogni anno presso la missione, prima come volontaria solo per alcuni mesi all’anno, quando il lavoro glielo permetteva, e poi, dal 1995, vivendo stabilmente a Zouan-Hounien fino al 2007, condividendo con i frati Cappuccini missionari di quella parrocchia (anche dopo la morte di padre Glisente, che avvenne a Bergamo nel 1995), la vita missionaria e seguendo vari progetti. Lucy, apprendendo dallo zio, non si è risparmiata, lasciandosi assorbire dalla missione e dai bisogni che si presentavano quotidianamente, legati specialmente all’infanzia. Padre Francesco Calloni, direttore della rivista “Cammino”, sempre negli anni ’90, le propose il ruolo di responsabile del programma di adozioni a distanza in Costa d’Avorio. Da allora il suo compito fu quello di trasformare le risorse economiche che le famiglie iscritte al progetto inviano regolarmente in: educazione scolastica, alimentazione ed assistenza sanitaria dei bambini adottati, scelti fra i più poveri e bisognosi. Lucy in più di un’occasione ha ribadito: “Anche se non ho dato alla luce un figlio, sono stata madre tante e tante volte sono stata e continuo ad essere madre. Essere madri, soprattutto in Africa, significa donare il cuore, essere lì ad accogliere chi è stato abbandonato, rifiutato, escluso, progettare per costruire il futuro dei più indifesi”. I suoi piccoli ivoriani la chiamano maman, anche quelli che adesso sono cresciuti. Molti di loro – racconta con soddisfazione – si sono realizzati. Lucy si è sempre battuta affinché frequentassero la scuola, anche dopo lo scoppio della guerra del 2002, quando fece di tutto per rintracciare i ragazzi di Zouan-Hounien e per non fargli perdere l’anno scolastico.
Tra le esperienze che Lucy racconterà sabato a Breno, come detto, ci sarà quella che ha portato, per una serie di coincidenze, alla fondazione dell’Associazione “Nel sorriso di Valeria”. Nel 2006, quando Lucy era rifugiata ad Angrè a causa della guerra, venne accompagnata in uno dei suoi frequenti viaggi a portare cibo e medicine nei villaggi da una ragazza toscana appena arrivata in missione, Elena. “Durante il viaggio mi raccontò di un signore di San Miniato che aveva perso, in circostanze drammatiche, la figlia, da poco laureata e piena di vita” racconta Lucy. Il nome del signore era Lucio Tramentozzi, il nome della figlia era Valeria. Arrivate in un villaggio poverissimo Lucy ed Elena dovettero assistere una partoriente. Venne al mondo una bimba e Lucy, senza pensarci, chiese alla neo-mamma di chiamarla Valeria. La donna accettò. Lucio lo venne a sapere: Valeria era in Africa, non era più morta, e bisognava prendersene cura. Con la moglie fondò la onlus per aiutare Valeria, la “loro” bimba africana, la sua famiglia e tanti bambini dei villaggi distrutti dalla guerra. L’associazione “Nel sorriso di Valeria” attualmente aiuta 150 bambini, assicurando loro cibo e istruzione. La cena del povero di sabato 9 marzo a Breno contribuirà ad aiutare i progetti dell’Associazione. Sarà una cena semplice, a base di pasta e fagioli, aperta tutta la comunità, per provare ad alzare lo sguardo e vedere oltre, costruendo ponti e non muri. Per partecipare si deve contattare il numero 3485312754.