La città romana nel sottosuolo
A fine 2018 il Museo della civiltà romana di Cividate Camuno sarà stato trasferito interamente nella nuova sede di Piazza Giacomini, occupando tre quarti del grande complesso che attualmente ospita l'Incubatore, che a sua volta ne occuperà la quarta parte. E mentre si programma il trasferimento, nel cortile interno della struttura emergono importanti resti romani
A fine 2018 il museo della civiltà romana di Cividate Camuno sarà stato trasferito interamente nella nuova sede di Piazza Giacomini, occupando tre quarti del grande complesso che attualmente ospita l'Incubatore, che a sua volta ne occuperà la quarta parte. E mentre si programma il trasferimento, nel cortile interno della struttura emergono importanti resti romani. Intanto procedono alacremente i lavori per dare una sistemazione definitiva al museo della civiltà romana di Cividate Camuno: mercoledì 22 novembre il Comune di Cividate ha firmato l'accordo con Invitalia per l'acquisto dell'immobile, ex-convento delle Suore Canossiane, interamente ristrutturato con fondi pubblici per ospitarvi l'Incubatore, che per tre quarti ora ospiterà il Museo archeologico romano e per un quarto le attività dell'Incubatore d'Imprese. Si tratta dunque di un'importante passo che sottolinea la vocazione archeologica romana della zona che ebbe, in Cividate Camuno, il centro culturale civico, commerciale, politico e militare della Vallecamonica romana a partire dal 14 dopo Cristo.
Mentre proseguono i lavori di adeguamento per ospitare il Museo, con scavi per posa di reti tecnologiche e sottoservizi nel cortule interno dell'ex-Convento, la Soprintendenza ai beni archeologici ha deciso di effettuare un sondaggio nel cortile del grande edificio di oltre 850 metri quadrati, per verificare quanto si ipotizza da tempo: e cioè, la rete della città romana di Cividate che si estende sotto tutti gli edifici del centro storico. La scoperta che ne è emersa è di notevole importanza per ricostruire il sistema urbano della Civitas Camunorum. A giorni la Soprintendenza prenderà la decisione su come valorizzare anche queste importanti scoperte, che peraltro collegano direttamente l'antica Cividate al suo teatro, alle terme ed agli edifici di culto ben visibili nel parco archeologico, distante in linea d'aria poco meno di 200 metri. Rinsaldare, dunque, quanto già ben evidenziato e valorizzato a Cividate con spezzoni di storia romana che emergono, soprattutto in occasioni di scavi per varie ragioni, significa ricostruire un ampio mosaico di quella che fu un luogo fondamentale per la conquista romana della Vallecamonica. Che fosse di ampie dimensioni, lo dimostrano gli edifici portati alla luce: ma i ritrovamenti continui anche a centinaia di metri dal Teatro romano, a ridosso della collina del Barberino, dimostrano che Cividate doveva essere un centro romano molto urbanizzato e ben più ampio di quanto sin qui prospettato.