Il recupero delle Capéle
La Settimana Santa ci porta con la mente a una meta di preghiera e di arte situata al centro della Vallecamonica, nel borgo di Cerveno: il Santuario della Via Crucis. Le 14 “capéle” opera dello scultore e intagliatore Beniamino Simoni, dopo secoli (venne completato nel 1783 circa), sono ancora in grado di trasmettere, con l’espressività delle loro statue, il carico di emozione e dolore della Passione di Cristo. L’opera è manifestazione della devozione, della creatività, del sapere artigiano e di uno sforzo corale e collettivo, che prosegue tutt’ora, per conservare al meglio il Santuario: la parrocchia ha effettuato un primo intervento (2013) sulle prime quattro Stazioni e un secondo intervento (2018) sulla V e sulla VIII, grazie a Fondazione della comunità bresciana e Fondazione Cariplo.
Il progetto di restauro. L’attuale progetto di restauro interessa le due “capéle” in condizioni più precarie: la VI e la IX. Si tratta delle Stazioni che rappresentano Gesù asciugato dalla Veronica – composta da quattro sculture in legno e 16 figure in stucco – e Gesù che cade per la terza volta, con quattro sculture in legno e dieci figure in stucco. I lavori, iniziati già nei mesi scorsi, dureranno almeno fino all’estate, come ci ha spiegato lo storico dell’arte Federico Troletti, che sta seguendo da vicino i restauri con l’obiettivo di offrire al visitatore nuove modalità di fruizione del percorso: “Le statue lignee sono spesso vuote all’interno e sul retro, particolare che non è visibile al pubblico, specialmente nel caso di Cerveno. Abbiamo perciò pensato effettuare delle riprese in realtà aumentata che si potranno visualizzare attraverso il proprio smartphone, quando ci si troverà al Santuario. In tal modo, oltre ad approfondire l’aspetto storico e artistico, si sensibilizza il visitatore sull’atto del restauro”.
I sostenitori. La parrocchia di Cerveno ha ricevuto da Regione e da Fondazione Cariplo supporti economici fondamentali per questa tranche di lavori. La parrocchia ha, inoltre, la certezza di poter fare affidamento sulla disponibilità dei parrocchiani e dei sostenitori storici; sulla collaborazione dell’amministrazione e delle parrocchie della Zona Pastorale della media Valle, nonché della Diocesi di Brescia; anche la Provincia di Brescia e la Comunità montana danno il loro supporto. “Del resto, da quando il Santuario fu pensato, nel ‘700, le offerte non sono mai mancate. Ed è giusto pensare che è un patrimonio della Vallecamonica, non solo di Cerveno; anzi, uno dei più importanti dell’arco alpino” commenta Troletti, auspicando che possa aprire la domenica dell’Ottava di Pasqua, quando si prevedono, compatibilmente con i decreti anti Covid, visite guidate al cantiere per piccoli gruppi e video da seguire tramite web corredati dalle relazioni dei restauratori.