Dianella, la mamma dei cervi
Dianella, dal paese più alto della Valtrompia a S. Colombano, 54 anni fa si è trasferita nel paese più alto della Vallecamonica, Pezzo, dove è andata in sposa. Aveva solo 18 anni e lì si è trovata subito molto bene. Nel tempo, con il marito, ha costruito la famiglia con tre figli, due maschi e una femmina, hanno realizzato il loro sogno di un alberghetto con cucina tipica e insieme hanno amato la montagna che ha dato loro da vivere, con impegno, fatica, ma tanto decoro. Lì hanno trascorso per anni le stagioni, tra neve e sole, nebbie e piogge, fiori d'estate e inverni nevosi. Fino a quell'inverno 2009, con numerose e abbondanti nevicate quando, nel ripido prato sotto la loro casa un giorno hanno visto un gruppi di cervi sfiancati dalla fatica, affondati nella neve, allo stremo delle forze, affamati e a rischio di sopravvivenza. Hanno pensato subito di rifocillarli con fieno e qualche verdura. Hanno realizzato un sentiero che consentisse loro di passare nella neve alta oltre due metri, portando ogni giorno il fieno in una zona dove i cervi sono riusciti a riprendersi e a sopravvivere. In quegli stessi giorni, attorno a Pezzo e un po' ovunque in alta Vallecamonica non era infrequente trovare carcasse di animali selvatici morti, cervi, ma anche camosci, volpi, stambecchi, caprioli. Con il primo tepore della primavera, a sorpresa alcune cerve sono rimaste tra gli abeti al confine del grande prato e lì hanno partorito i loro cerbiatti a maggio.
Poi hanno raggiunto i loro pascoli alti e, con altrettanta sorpresa, sono tornate in inverno: Dianella era diventata il loro porto sicuro. Lei con altre donne di Pezzo, ha colto il senso di questa richiesta di aiuto e da allora, con attenzione e rispetto alle regole del Parco dello Stelvio, ha portato fieno nelle apposite mangiatoie per i cervi. Il suo orto sotto casa ha due settori: uno per le verdure di famiglia, che bisogna curare in fretta nei pochi mesi utili di sole e caldo e l'altro per i cervi affamati che possono brucare le verdure fresche, seminate apposta per loro. Da allora il branco di cervi è cambiato più volte: ma nei cromosomi dei cerbiatti nati ad ogni primavera c'è quello speciale “imprinting” che dice loro che lì, a Pezzo, c'è una mamma speciale: una donna che si prende cura di loro e che farà di tutto per vederli crescere bene. Oggi il piccolo branco di 14 cerve, con due maschi fusoni e tanti cerbiatti, è guidato da “Bianchina”, come la chiama Dianella, per un filo di pelo più chiaro lungo la schiena: e Bianchina, all'alba e al tramonto, si porta fino sull'uscio di casa di Dianella e, con il suo belato leggero la saluta, quasi a dirle grazie per essere un poco la loro mamma.