Tango del calcio di rigore
Lo spettacolo diretto da Giorgio Gallione con Neri Marcorè, in scena al Teatro Sociale dal 29 gennaio per la Stagione 2019-2020 del Centro Teatrale Bresciano
Uno spettacolo dai risvolti civili, profondo e al contempo divertente, che compone un affresco in equilibrio tra inchiesta e mito, musica e favola sui rapporti tra calcio e potere in salsa sudamericana, prendendo spunto dal Mondiale del 1978 in Argentina, che il Generale Videla usò come strumento di propaganda e distrazione dai crimini della sua feroce dittatura. Tango del calcio di rigore, spettacolo diretto da Giorgio Gallione – che cura anche la drammaturgia – con Neri Marcorè sarà al Teatro Sociale di Brescia (via F. Cavallotti, 20) da mercoledì 29 gennaio a domenica 2 febbraio (ore 20.30; domenica ore 15.30). In scena per la produzione del Teatro Nazionale di Genova anche Ugo Dighero, Rosanna Naddeo, Fabrizio Costella e Alessandro Pizzuto. Lo spettacolo è inserito nella Stagione 2019-2020 del Centro Teatrale Bresciano “A riveder le stelle”, realizzata grazie al sostegno di Gruppo A2A di Brescia, Fondazione ASM e Fondazione della Comunità Bresciana Onlus. 25 giugno 1978, Estadio Monumental di Buenos Aires. Si gioca Argentina-Olanda, finale dei Mondiali di calcio.
La nazionale Argentina deve vincere a tutti i costi: seduto in tribuna d’onore c’è infatti il generale Videla, al potere dalla notte del golpe del 24 marzo 1976 e gran burattinaio del Mondiale. La partita finisce 3 a 1 per i padroni di casa. Si conclude così, con una festa di cieca rimozione, la più vasta e costosa operazione di propaganda politica per mezzo dello sport dopo le Olimpiadi tedesche del ’36. Almeno per una sera dai cieli dell’Argentina cadranno solo coriandoli e festoni, e non corpi di donne e uomini invisi al regime, lanciati dai portelloni degli aerei verso le acque dell’Oceano. Dal giorno dopo, però, i “voli della morte” riprenderanno puntuali e le Madri di Plaza de Mayo ricominceranno a chiedere giustizia. Nel ’78 in Argentina succede di tutto: tortura, desaparecidos, paura e corruzione. Ma grazie alla propaganda orchestrata con i Mondiali è paradossalmente anche il momento di maggior popolarità e consenso alla dittatura di Videla.
A quarant’anni di distanza da quei giorni terribili un bambino di allora cerca di ricostruire il suo passato di spettatore appassionato di calcio alla luce della propria esperienza, recuperando storie di “futbol”, a cavallo tra mito, realismo magico e tragica realtà storica. Grazie alla bravura di Neri Marcorè prendono vita in palcoscenico vicende e personaggi ai limiti del surreale, che sfociano in una “tanghedia”, mix di commedia, tango e tragedia. Uno spettacolo che è un affresco su calcio e potere in salsa sudamericana, in perfetto equilibrio tra mito e inchiesta, musica, favola e teatro civile.