Stomp a teatro
"Stomp" rappresentato al Gran Teatro Morato gli scorsi venerdì e sabato trasforma e rivaluta la realtà
Prendete oggetti di uso comune, quotidiano e ribaltatene la prospettiva, come su un piano rovesciato. Bidoni della spazzatura, scope, manici, scatolette di fiammiferi, accendini, tubi di gomma, lavandini, barattoli e mercanzia varia, tutti oggetti che contornano la nostra vita ma che possono assumere anche nuovi e diversi significati fino a diventare strumenti musicali, di gioco e di divertimento.
“Stomp”, rappresentato al Gran Teatro Morato di Brescia venerdì e sabato scorsi (15-16 novembre) è uno spettacolo geniale, perché trasforma e rivaluta la realtà. Inventano nel 1991 a Brighton, Regno Unito, dalle fantasiose menti di Luke Cresswell e Steve McNicholas, artisti di musica e di teatro è diventato strada facendo una grande produzione capace di accendere la passione del pubblico, coinvolgendolo in una rappresentazione altra della realtà. Prendi 8 artisti, maschi e femmine, vestiti come degli addetti alla produzione, un po’ più eccentrici e colorati, con capelli rasati, creste, tagli moderni e mettili su un palco con dietro un fondale fatto di bidoni vuoti, metallici e di plastica, coperchi, cartelli stradali, tubi. Un fondale illuminato con i colori della modernità, come una città notturna, che a sua volta si trasforma in parete e in soppalco e garantisce visioni e suoni. Suoni che richiamano il ritmo delle nostre metropoli, che salgono senza sapere bene dove andare.
Un ritmo che inizia tambureggiante al suono di 8 scope che battono, picchiano, strisciano tenendo un tempo sempre perfetto, percussioni casalinghe ma tremendamente efficaci. Le scope lasciano poi spazio a scatolette di fiammiferi che diventano strumenti meno impattanti, più delicati. E poi a tubi di gomma vuoti, di varie dimensioni, che suonati dai diversi interpreti formano una sinfonia quasi magmatica, diversa dal ritmo tambureggiante dei palloni da basket palleggiati alternativamente dagli 8 artisti. Ritmo incessante, ma anche splendide coreografie, giochi di luce e di ombre, movimenti sincronizzati, street dance e soprattutto uno straordinario coinvolgimento. Il primo strumento resta sempre il battimani (quello che gli americani chiamo clap hands), ricercato a più riprese dal “direttore d’orchestra” della compagnia Stomp, che varia a seconda della scena che si sta rappresentando.
Il pubblico ci sta alla grande, si lascia coinvolgere, anzi, aspetta il momento nel quale diventare lui stesso partecipe di uno show che stupisce per la leggerezza, l’intensità, il ritmo, la sincronia e soprattutto l’empatia che trasmettere al pubblico, adulti, ragazzi e bambini che siano. Meno numeroso nella serata di Venerdì ma decisamente folto in quella di Sabato. Con molte famiglie presenti, tutte visivamente soddisfatte e divertite, grazie anche alla simpatia degli artisti, in particolare di alcuni tra i protagonisti, capaci di conquistare col solo gioco degli sguardi e delle smorfie del viso. Al termine applausi a scena aperta da parte di tutti, nella consapevolezza di aver assistito ad uno spettacolo realmente global, moderno e dalla caratura assolutamente internazionale. Complimenti infine al regista dei suoni, giunti alle orecchie del pubblico in tutta la gamma delle loro sfumature.