Paolo Migone: voglio il PalaBanco pieno!
Il 4 febbraio il comico toscano a Brescia con lo spettacolo "Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere". Uno spettacolo collaudato con una novità: una particolare attenzione al mondo dei figli
Il 4 febbraio arriva al PalaBancodiBrescia Paolo Migone, il comico toscano noto al grande pubblico per la sua presenza a Zelig, con il suo spettacolo “Gli uomini arrivano da Marte, le donne da Venere”, un viaggio tra le principali differenze tra uomo e donna per aiutare, come si legge nelle scheda di presentazione, a “comprendere che le differenze possono essere non solo occasione di conflitto, ma anche fonte di complicità”. Migone, come ha ricordato nell’intervista concessa a “Voce”, ha da poco ripreso lo spettacolo che ha debuttato nella stagione 2013/2014.
Lei torna a proporre uno spettacolo che parla dei rapporti tra uomo e donna. C’è qualcosa di nuovo rispetto al debutto?
No, i meccanismi di questo rapporto sono sempre gli stessi, si sono cristallizzati, Sono passati tre anni dall’ultima replica, ma non ho trovato nulla da aggiungere...
Comprendere che le differenze possono essere occasione di complicità dà al suo spettacolo una valenza terapeutica. Per coppie presenti fra il pubblico è come vivere una seduta da uno psicologo...
Beh, i concetti e i contenuti dello spettacolo sono seri e il mio proporli in chiave comica non riduce certo il loro valore... Più volte nel corso degli anni mi è capitato di incontrare persone che hanno tratto un giovamento dallo spettacolo, perché si sono sentite spronate ad abbattere alcune barriere piuttosto che a considerarle ostacoli insormontabili.
Nello spettacolo paragona la vita da single a una moto e quella di coppia a un sidecar, forse più monotono, ma anche molto più sicuro...
Quella del sidecar è sicuramente una bella metafora perché bene si presta a raccontare dell’abilità che serve per affrontare la vita a due. Il sidecar, apparentemente più sicuro e monotono, richiede infatti attenzione sia del guidatore che del passeggero, perché non è poi così stabile come sembra e non può essere preso sottogamba.
Lo spettacolo viene presentato così come ha debuttato. In questi tre anni non c’è stato davvero nulla che l’abbia indotta a pensare a qualche novità?
Sostanzialmente, come dicevo, l’orizzonte di riferimento, quello dei rapporti tra uomo e donna è rimasto lo stesso. Per la verità qualcosa di nuovo c’è ed è uno spazio dedicati ai figli. Uomini e donne, madri e padri hanno enormi responsabilità e finiscono col pagare a caro prezzo il progressivo abbandono dei figli davanti alla tv o a un videogioco. Sempre con i toni leggeri che sono dello spettacolo cerco di rivolgere l’invito ad aprirsi ai figli, a parlare con loro, anche a costo di litigarci, perché tutto questo fa bene e mette al riparo da cattive sorprese...
Lei torna al PalaBanco. Cosa si aspetta dal pubblico bresciano?
Il tutto esaurito! L’ultima volta che sono stato nel teatro di via San Zeno ho notato che c’erano due posti liberi in platea. Chiedo ai bresciani, uomini e donne, di fare un piccolo sforzo e di occupare anche quelle due poltroncine