La Divina Commedia al Gran Teatro Morato
Il 22 e 23 marzo lo spettacolo che ha le musiche di mons. Marco Frisina. Particolari agevolazioni sono state messe a punto per parrocchie e gruppi
La Divina Commedia Opera Musical, spettacolo musicale di Marco Frisina con libretto di Gianmario Pagano e Andrea Ortis (che dello spettacolo è anche regista) basato sul poema di Dante Alighieri, che racconta del viaggio tra Inferno, Purgatorio e Paradiso alla ricerca dell’Amore, arriva a Brescia, sul palco del Gran Teatro Morato, il 22 e 23 marzo prossimo.
Quello a cui il pubblico bresciano potrà assistere è un susseguirsi di incontri con personaggi straordinari in uno spettacolo, nato dalla collaborazione con grandi nomi del mondo dello spettacolo, a partire dal tre volte premio Oscar Carlo Rambaldi che ne ha disegnato le creature fantastiche. Sin dal debutto, nel 2007, “La Divina Commedia opera musical” ha incantato il pubblico di tutte le età: due atti e due ore di spettacolo con avvolgenti proiezioni fanno da sfondo a musiche che, partendo dalle sonorità del rock esprimono la drammaticità dell’Inferno e, attraverso le struggenti melodie del Purgatorio, giungono al Paradiso, dove arie sinfoniche accompagnando un’esplosione di colori e luci, coreografie e acrobazie. Il tutto è frutto del felice incontro tra il genio musicale di mons. Marco Frisina, uno dei più apprezzati compositori della scena musicale nazionale e internazionale, e la ricerca degli autori che hanno pensato a un progetto tutto nuovo, rispetto alla produzione che aveva debuttato dodici anni fa.
“Mettere in musica uno dei testi più grandi nella storia dell’umanità – afferma mons. Frisina – è stato per me un atto di amore nei confronti di Dante”. Un atto d’amore, ricorda ancora il musicista, che dapprima è stato “timido”, con la messa in musica di alcune parti della “Commedia”, come l’orazione “Vergine madre” del canto 33° del Paradiso e la parte del canto 5° dell’Inferno dedicata a Paolo e Francesca. “Questi primi approcci – ricorda ancora mons. Frisina – mi hanno dato la forza e l’entusiasmo per affrontare la composizione di una rappresentazione scenica completa che potesse aiutare i giovani, gli studenti a un contatto diverso con il capolavoro di Dante”. La sfida, che a dodici anni di distanza, il compositore continua a definire temeraria, ha portato alla realizzazione di un musical che dal novembre 2007 è stato visto e applaudito da centinaia di migliaia di spettatori. Per la ripresa dello spettacolo mons. Frisina ha rimesso mano alla sua composizione. “Ho pensato ad alcune novità, evoluzioni che tengono conto anche delle novità in campo teatrale – afferma il compositore –. A me piace ritornare su una composizione, magari per renderla più fruibile. Ho così lavorato su alcuni testi per renderli più comprensibili”. Qualche novità, ha ricordato il compositore, è stata introdotta anche sul piano registico...
Anche Andrea Ortis, nel corso della presentazione delle date bresciane in Palazzo Loggia, ha sottolineato lo spirito con cui si è dedicato alla drammaturgia dello spettacolo. “Ho dovuto resettare 700 anni di critica letteraria – ha raccontato – e rimettermi a leggere Dante per cercare di capire lo spirito che spinse il Poeta ad immaginare la sua opera”.
Al di là delle novità annunciate, il pubblico bresciano assisterà al duplice viaggio di Dante: quello fisico e spirituale, che attraverso i tre regni ultramondani, Inferno, Purgatorio e Paradiso, diviene “exemplum” per l’umanità. Il “sommo poeta” è in viaggio, su binari distinti e paralleli: da una parte cammina verso e dentro se stesso alla ricerca nostalgica del proprio esistere, dall’altra naviga tra le rovine della dannazione, le storture e le brutture del proprio limite, condotto tra vizi e ossessioni, perversioni e peccati. Diversi sono i linguaggi comunicativi di cui Dante, portato in scena da Antonello Angiolillo, si serve nel corso del suo percorso. Il Dante Viaggiatore in scena diventa la proiezione fisica della voce di se stesso, che nella magistrale interpretazione di Giancarlo Giannini (esclusiva voce narrante dello spettacolo), rappresenta la maturità di un poeta che si ricorda con tenerezza, quando a metà della propria esistenza, spinto da una forte depressione, trova nella scrittura una salvezza creativa e fertile. Lo smarrimento nella selva diventa evocazione di una memoria: pretesto fortunato e ispirazione per il capolavoro che viene “sfogliato” in scena, come un libro animato, attraverso la magia teatrale. Dante, così, si muove in molteplici ambienti scenici, nei quali passa da coltri infuocate e sulfuree della Città di Dite a tempeste desolate e violente che colpiscono Francesca; da mari tempestosi e mortali, come quello di Ulisse a foreste pietrificate e mortifere, o a laghi ghiacciati, nei quali si trovano Pier delle Vigne prima ed Ugolino poi.
Per le date bresciane la direzione del teatro ha messo a punto particolari agevolazioni per parrocchie e gruppi. Per informazioni: direzione@granteatromorato.it