I volti della maternità
Siamo figli, tutti. Siamo nati figli. Il 3 maggio alle 20.30 la chiesa di Santa Maria del Carmine diventa “grembo” ideale nel quale possiamo tornare ad essere figli, cioè generati, nel tempo arcaico della nostra esistenza prenatale e ritrovare, attraverso le voci degli attori e il suono della musica, i “volti della maternità”.
In questa scenografia, che è la chiesa stessa, il 3 maggio apparirà la forza della donna e della vita nascente nel silenzio e nell’ “oscurità” del grembo materno.
I due attori (Laura Del Buono, Luciano Bertoli), uomo e donna, rappresentano il paterno ed il materno, il dialogo e la relazione.
L’ accompagnamento musicale, il violoncello (maestro Federico Bianchetti), è come la voce della vita che irrompe nel silenzio e (ri)-scopre la gioia dell’esistere. La musica, quindi, costituisce il legame tra materno e paterno, irrompe in questo dialogo, lo “disturba”, lo conferma, gli dà un ritmo.
Le storie raccontate, tutte vere, sono di persone esistite e che esistono. Le interpretazioni degli attori sono, quindi, “grido” della vita che si riappropria della cultura, che ritrova sé stessa lasciandosi “coltivare” nel grembo di una donna.
L’accoglienza della parola si fa carne nel grembo di ogni donna e diventa cultura.
La donna ha il privilegio di essere colei che trasmette la cultura umana e diventa il legame tra generazioni, passato, presente e futuro. Per questo motivo la gravidanza (fisica e spirituale) è archetipo di ogni possibile solidarietà, principio e modello di ogni apertura all’altro, di ogni relazione, di cura.
L’evento, parte del progetto MATER. Donne e maternità fra cura e cultura, ad entrata liberà, sarà l’occasione per raccogliere Fondi per Progetto Gemma , l’adozione di una mamma e del suo bambino.
Gli attori sono Laura Del Buono e Luciano Bertoli, l'accompagnamento musicale è a cura del maestro Federico Bianchetti al violoncello. La regia è di Elisabetta Pittino, la consulenza in regia è di Maria Elena Fori.
