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di ELISA GARATTI 08 gen 2025 13:41

Da Cassandra all'inganno del presente

La Grecia Antica ispira, il presente – e, soprattutto, il futuro – soffoca. C’è un filo rosso che collega Cassandra, sacerdotessa della mitologia greca che ebbe in dono da Apollo la preveggenza e in pena l’impossibilità di essere creduta, e il mondo di oggi, orfano di identità, in cui l’uomo, con la sua incapacità di porsi dei limiti, “è ormai diventato un minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola, e di cui è l’unico prigioniero”.

È Elisabetta Pozzi, tra le maggiori artiste della scena teatrale italiana, a scoprire questo filo. Dopo un lavoro incessante di studio e di riflessioni, l’attrice e regista genovese ha proposto al pubblico bresciano “Cassandra o dell’inganno”, di cui è regista e interprete (lo spettacolo andrà in scena al Teatro Renato Borsoni di Brescia tutte le sere fino all’11 gennaio alle 20.30; domenica 12, l’attrice sarà sul palco alle 15.30).

Quello che la Pozzi porta in scena è un lavoro straordinario, pungente, quasi aggressivo, che non permette distrazioni ad un pubblico che viene continuamente punzecchiato dalla narrazione, provocatoria e mai banale. In poco più di un’ora, l’attrice, immedesimandosi in Cassandra, portata a Micene da Agamennone dopo la conquista di Troia, fa emergere un ritratto originale e tragico di una donna che, impotente, deve sostenere il peso della conoscenza di fronte a chi non la crede.

Allora ecco, grazie ad un montaggio efficace e ad una partitura musicale e sonora perfetta (creata per l’occasione dal compositore Daniele D’Angelo) il salto con il mondo del “superuomo” odierno: un uomo che non si pone alcun limite, un uomo prepotente, violento e “tuttologo”, un uomo che sfrutta gli ultimi e si inorgoglisce grazie alla tecnologia che gli dona - o che, meglio, si illude di ricevere - i super poteri.

La persona portata in scena da Elisabetta Pozzi, alla fine, è una figura in cui convivono forza e fragilità. Di fronte a lei un’unica certezza, che solo lei può prevedere e capire: l’incertezza di un futuro disordinato, violento, distruttivo.

ELISA GARATTI 08 gen 2025 13:41