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Brescia
di ANNA BELOMETTI 02 apr 2025 15:32

Boomers: a Brescia lo spettacolo di Marco Paolini

Una ballata teatral-cibernetica che si consuma in un intreccio di racconti e musica, in cui la memoria collettiva di una generazione diviene uno scenario da videogioco: è così che si può definire in poche parole “Boomers” lo spettacolo, co -prodotto da Jolefilm e Teatro Stabile del Veneto, che andrà in scena il prossimo 9 aprile alle ore 21.15 al Teatro Clerici di Brescia di e con il drammaturgo, regista e attore Marco Paolini, insieme alla cantautrice Patrizia Laquidara e con Luca Chiari, Stefano Dallaporta e Lorenzo Manfredini.

La storia si svolge sotto il pilone di un ponte autostradale “che fa passare il progresso sopra di noi e noi sotto prendiamo quello che arriva", spiega l’autore, in cui Nicola, alter ego-avatar di Marco Paolini, ritorna di nuovo giovane nel suo posto-rifugio, il famigerato bar della Jole, “un luogo immaginario che confina con il Vietnam e con gli scenari dell’Italia che ho conosciuto” , in cui rievoca e rivive avventure, primi amori, faide politiche e un caleidoscopio di cinquant'anni di storia d’Italia. “Un unico atto in cui confluiscono scene ed avventure" ha spiegato Paolini.

Un’opera, insomma, che cerca di interrogarsi su quali siano le possibili risposte a un mondo in cui le esperienze reali si mescolano sempre più a quelle virtuali senza nette separazioni. A detta di Paolini, però, “Boomers non può più essere un ciclo di memoria, il rischio, che per me non va corso, è quello di tagliare fuori chi non ha i riferimenti di contesto. E’ un gioco sul filo, non assomiglia ad altri lavori del passato, non c’è una vicenda unica raccontata, ma un caleidoscopio in cui diventa chiaro che la perdita fa parte delle regole del gioco”. Per il drammaturgo bellunese, che nello spettacolo dà corpo e voce al coro di personaggi delle storie del bar della Jole, infatti, “non si salvano per forza le cose che appartengono alla memoria, la perdita, in certi casi, equivale alla sconfitta: il mondo che sognavo, il sogno condiviso in cui sono cresciuto, non si è realizzato ed è questa condizione di disagio la chiave per raccontare un conflitto generazionale che non è alimentato solo da un diverso approccio tecnologico, ma anche alla perdita della politica come sogno e strumento per cambiare il mondo. L’universo che racconto finisce in un videogioco, in qualcosa di artificiale, che qualcuno potrebbe leggere come un viaggio in un paese delle meraviglie oppure degli orrori, a seconda dei punti di vista. Per questa ragione, ho utilizzato la musica e cercato soluzioni sceniche per andare oltre l’orizzonte autobiografico”. Ed è proprio la musica un tassello fondamentale dello spettacolo, che per il suo autore “ha più o meno il peso della politica, essendo una delle forze segrete che trainano e orientano il nostro mondo - ha concluso Paolini -. La colonna sonora non fa da sottofondo, ma è molto simile al racconto: per questa ragione ho coinvolto Patrizia Laquidara e strumentisti capaci di improvvisare senza preclusioni di genere. 'Rocchettiamo', facciamo pop e riarrangiamenti”.


@Immagine dal profilo Facebook di Marco Paolini

ANNA BELOMETTI 02 apr 2025 15:32

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