Sperimentare i limiti e le fragilità
La testimonianza di don Gigi Guerini dopo 100 giorni di Ospedale
Dopo 100 giorni di Ospedale in cui ho passato di tutto con 20 giorni in sala rianimazione, rischiando ben 5 volte di passare ad altra vita e complicazioni varie, compreso un batterio rimediato in sala di rianimazione, ora sono a Rovato al Don Gnocchi per la riabilitazione: non sto in piedi e i muscoli si sono ritirati. Vorrei porre la mia riflessione su questo tempo. La primavera è la stagione più bella. Tutto si risveglia, l’aria si fa frizzante, i fiori espandono i loro profumi fragranti, le piante fioriscono con colori variegati. In montagna la neve lascia il posto a tappeti erbosi verdi e a una infiorata di vari colori. È una stagione che amo. Quest’anno non ho potuto viverla. Prima un po’ di tosse poi la febbre e il ricovero. Il coronavirus mi ha colpito. Cosa mi dice questo tempo? Anzitutto vivere dal di dentro questa situazione che la televisione ci presenta con varie contraddizioni.
Sperimentare la solitudine dell’isolamento aiuta a rivedere la propria vita per cogliere l’essenziale. Si sperimentano i limiti e le fragilità, dipendendo in tutto e per tutto dagli altri. Ho incontrato personale sanitario eccezionale che mi ha sempre incentivato per guardare avanti con attenzione e dedizione. Le comunità di Passirano, Camignone e Monterotondo e tante altre comunità si sono unite nella preghiera per tutto questo tempo anche con l’adorazione notturna. Le ho sentite queste preghiere, anche dal lontano Brasile dove ho vissuto per un periodo. Spero che questo tempo aiuti a vedere l’essenziale e a recuperare i valori di vicinanza, di solidarietà, di dialogo, di fraternita, di unità in famiglia e di valorizzazione della vita. Infine, grazie Dio che mi hai permesso di continuare questo cammino terreno. Fino a quando tu vorrai.