Risposta corale ai bisogni
Le parrocchie di Ome, Saiano, Rodengo e Padergnone da tre anni hanno attivato la Caritas dell’unità pastorale. Il percorso è positivo
Accogliere, accompagnare, aiutare coloro che vivono momenti di difficoltà deve avere come vero ed unico obiettivo l’intento di restituire ad ogni persona, nei tempi adeguati, la dignità indispensabile per rendersi poi autonomi ed indipendenti. Una mano, insomma, che si tende per sorreggere solo quando il sentiero si fa impervio. Tutta la comunità civile ed ecclesiale, ricca degli stimoli che partono dalla Caritas, è chiamata a farsi carico delle persone più fragili (a diventare una grande Caritas): non quindi il lavoro di alcuni “specialisti”, ma la risposta che nasce da un territorio attento e sensibile. Le parrocchie di Ome, Saiano, Rodengo e Padergnone hanno saputo creare sinergia tra le forze che già operavano sul territorio in maniera autonoma e il 25 settembre 2016 hanno inaugurato la Caritas dell’unità pastorale. Un filo rosso intrecciato a due sedie è diventato il simbolo di due grandi obiettivi: l’ascolto paziente ed incondizionato che diventa legame d’amore. I principi e gli obiettivi che il gruppo Caritas si è posto sono diventati l’ossatura di un progetto che si va irrobustendo con il tempo, sempre più aperto alle nuove esigenze.
L’azione. Quattro sono i punti sui quali si costruisce tutto l’operato: formazione; incontro con la comunità; sensibilizzazione su tematiche di attualità; attività operativa (Centro di ascolto a fianco della chiesa di San Rocco a Padergnone, consegna pacchi alimentari e Gruppo di compagnia). Per quanto riguarda la sensibilizzazione, nel 2016 è stato organizzato un incontro con una cooperativa che gestisce i migranti presenti a Rodengo Saiano. Nel 2017 si è proposto un altro momento aperto alla comunità dal titolo “Regaliamoci speranza” con la presenza di don Virginio Colmegna, fondatore della Casa della Carità di Milano. Nel 2018 l’attenzione si è spostata sul tema della legalità e delle norme relative alla detenzione, con il convegno “Oltre le inferriate”. Illuminante e coinvolgente è stata la relazione del prof. Luciano Eusebi. È in programma nelle prossime settimane una riflessione sulla tratta di esseri umani in collaborazione con la Cooperativa Kemay della Caritas e Casa Betel. Non sarebbe possibile la realizzazione di tutto ciò senza la collaborazione di altri enti e associazioni che interagiscono con l’obiettivo di offrire un aiuto concreto: l’Assistente sociale del Comune incontra le famiglie e condivide con la Caritas un progetto di intervento mirato, monitorando la situazione; l’Ottavo giorno rende disponibili gli alimenti per i pacchi alimentari adun prezzo agevolato; Acli e Casa Delbrel offrono un servizio di accompagnamento nella ricerca del lavoro; Briciole lucenti garantiscono finanziamenti a breve termine con condizioni agevolate per le famiglie più bisognose; Micro-credito offre un prestito a tasso agevolato dalla Banca per affrontare le spese straordinarie. La Caritas, per offrire i suoi servizi, si avvale di un Fondo le cui entrate sono costituite da finanziamenti della Diocesi, del Comune e delle offerte di privati. Nell’ultimo periodo il Bilancio ha evidenziato un incremento delle spese. Le ragioni sono da attribuire al periodo difficile da un punto di vista lavorativo; le famiglie (in maggioranza italiane), spesso senza lavoro, chiedono con urgenza un aiuto economico.