Ricordando i morti del Tabai
Le due santelle devozionali settecentesche, costruite in mattoni e affrescate all’interno, ricordano i morti della battaglia di Chiari del 1° settembre 1701. Sono in fase di restauro: ospiteranno una targa con le vittime del Covid
In tutta la provincia di Brescia esistono numerose località in cui attraverso chiese e santelle si ricordano i morti dovuti a pestilenze, alla esistenza di lazzaretti, a disgrazie e battaglie. E dai morti di solito prendono il nome. È il caso anche di Ospitaletto e delle “Santelle dei morti del Tabai”, termine che deriva dalla parola ungherese “tabajdok”, sporco.
Si tratta di due santelle devozionali settecentesche, costruite in mattoni e affrescate all’interno. Ma come mai si chiamano così? Perché ricordano i morti della battaglia di Chiari del 1° settembre 1701. Quel giorno a Chiari nell’ambito della guerra di successione spagnola si scontrarono in una sanguinosa battaglia gli eserciti imperiali d’Austria, composti da tedeschi, ungheresi e boemi, guidati dal principe Eugenio di Savoia, e quelli francesi e spagnoli. Vinsero i primi, ma fu un massacro. Si parla di circa 2000 morti e non si sa quanti feriti. I morti furono così tanti che ci vollero otto giorni per seppellirli. E non si riuscì a seppellirli tutti. Così, diversi alla fine furono gettati in acqua, nella Seriola Nuova e nella Roggia Baiona. I morti della Seriola furono trascinati dalla corrente fino ad Ospitaletto e furono raccolti e recuperati per la sepoltura lì, dove ora sorgono le due santelle (in via Seriola, per l’appunto) a ridosso del corso d’acqua irriguo oggi intubato.
Della vicenda se ne parla nel libro di Enzo Abeni “Storia di Ospitaletto”. La fede e la pietà popolare negli anni ha alimentato la devozione verso questo luogo di culto con processioni e deposizioni di ceri votivi. Il 6 luglio dello scorso anno il consiglio comunale di Ospitaletto, all’unanimità, ha approvato una mozione per la riqualificazione delle “Santelle dei morti del Tabai” e per l’apposizione di una targa commemorativa in ricordo dei defunti ospitalettesi durante il tempo della pandemia da Covid-19. È questa la guerra in atto nei nostri tempi, è questa “la peste” che colpisce le nostre comunità. Già solo a luglio, quando ancora non era arrivata la seconda ondata il paese contava 38 morti per Covid. Ora sono più di quaranta le persone che hanno perso la vita a causa della pandemia. Molte, quindi, le famiglie che hanno pianto i loro cari.
Ospitaletto li ricorderà tutti, con una targa che verrà apposta quando l’epidemia sarà conclusa. I lavori di restauro conservativo dei manufatti murari e degli apparati pittorici delle santelle sono stati affidati dal Comune alla ditta Delars srl, e sono già iniziati. Per il sindaco Giovanni Battista Sarnico: “Le Santelle del ‘Tabai’ sono un segno antico e a tratti sconosciuto per numerosi residenti e pertanto la scelta di valorizzare questo luogo antico a memoria delle vittime del Covid-19 rappresenta una decisione che consente di rimettere al centro della nostra comunità questo luogo sacro. Quando il tempo dell’emergenza sarà superato, porremo una targa di commemorazione. Per non dimenticare”.