Palazzolo e il tempio crematorio
Conferenza stampa del Sindaco e dell'assessore all'Urbanistica per fare chiarezza su una vicenda oggetto di una polemica cittadina
Fare il punto della situazione sul tema del tempio crematorio di Palazzolo, e fare chiarezza in merito alle legittime preoccupazioni di alcuni cittadini. Era questo lo scopo della conferenza stampa a cui sono intervenuti il sindaco Gabriele Zanni e l’assessore all’Urbanistica Francesco Marcandelli.
Chiarito che non si sta parlando di un inceneritore, né di rifiuti, ma di un tempio crematorio per le salme di persone defunte, il sindaco ha puntualizzato che la scelta nasce dal fabbisogno di strutture per la cremazione. “Regione Lombardia ha individuato un fabbisogno da circa 10 mila a circa 18mila cremazioni all’anno in più fino al 2024 che corrispondono a 9/15 linee di cremazione” da realizzarsi sul territorio lombardo.
Per questo già oggi sono lunghi i tempi di attesa per la cremazione nei pochi impianti esistenti, “12/15 giorni per cremazione, con una criticità rilevata in maniera esponenziale durante la pandemia”.
D'altra parte, ha rilevato l’assessore Mercandelli “sono in crescita i cittadini che scelgono la cremazione, a livello regionale sono già il 40% e le proiezioni parlano di 50% e oltre entro pochi anni”.
È evidente” ha ribadito il sindaco “che il Comune sta cercando di offrire un servizio, non sta certo manifestando un’esigenza di guadagno a scapito della salute pubblica”.
Proprio la salute pubblica e la salvaguardia dell’ambiente sono stati i primi temi all’attenzione dell’amministrazione nell’esaminare il progetto.
Il Comune ha fatto riferimento a diversi studi, tra cui uno recente della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Udine da cui risulta “che la tecnologia scelta è molto avanzata e abbatte gli inquinanti con calore, processi chimici e filtrazione. Non solo. I limiti di emissioni fissati da Regione Lombardia, già molto restrittivi, nel progetto palazzolese vengono ulteriormente abbassati e in maniera considerevole”.
Risulta che gli inquinanti (in particolare diossine e mercurio) “sono dalle 10 alle 100 volte inferiori ai limiti e in molti casi sono addirittura assenti”. L'impatto ambientale è molto basso ed “è paragonabile a quello di un condominio di 20 abitazioni”.
Anche l’impatto sul traffico, altro tema di critica ricorrente, sarebbe molto ridotto, “ipotizzando 10 cremazioni al giorno, si può stimare la presenza di 50 veicoli al giorno in più, che non incidono significativamente sulla viabilità”.
In ogni caso la scelta di Palazzolo è quella di sottoporre il progetto finale alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica), procedura che si svolgerà in almeno due conferenze con enti e associazioni competenti in materia ambientale che potranno fare tutte le osservazioni che riterranno opportune. “Si tratterà” sottolinea il sindaco “di un’ampia possibilità di approfondimento, conoscenza e partecipazione per tutti”. Il progetto passerà inoltre anche dalla valutazione ed approvazione del consiglio comunale.
Il primo cittadino ha anche fatto chiarezza circa il fatto che il progetto palazzolese sia stato presentato da un privato. “Il Comune non ha le competenze, le strutture e l’organizzazione per gestire il servizio di cremazione” essendo stata chiusa a suo tempo la municipalizzata Sogeim. In ogni caso se il progetto venisse approvato per l’assegnazione si procederebbe con una gara pubblica e chiunque vi potrà partecipare.
Conclude il sindaco: “solo se ci saranno le garanzie su tutti gli aspetti più rilevanti, principalmente ambientali e di salute pubblica, il Comune darà il via libera alla realizzazione del tempio”.