Meningite: vaccinazioni nelle scuole
Continua l'attività di prevenzione dopo i casi registrati nei giorni scorsi nel territorio del Basso Sebino. Nei prossimi giorni il vaccino anti meningococco C sarà somministrato agli studenti dell'Antonietti e dello Zanardelli di Iseo, a quelli del Marzoli e del Falcone di Palazzolo sull'Oglio e a quelli della Madonna della Neve d Adro. Il parere di Di Stefano, presidente dell'Ordine dei medici
Dopo l’allarme dei giorni a cavallo tra Natale e l’anno nuovo, con cinque casi nel Basso Sebino tra le province di Brescia e Bergamo di meningite di cui due mortali (la studentessa universitaria di Villongo e la casalinga di Predore decedute agli Spedali Civili di Brescia) la macchina organizzativa messa punto da Regione e Ats di Brescia e Bergamo sta girando a pieno ritmo. Mentre prosegue senza sosta l’attività di vaccinazione anti meningococco negli ambulatori di Paratico, Iseo e Capriolo e 29 tra medici e pediatri del territorio di riferimento hanno dato la propria disponibilità a vaccinare, nel corso di un incontro tra il dirigente scolastico provinciale, i responsabili degli istituti Antonietti e Zanardelli di Iseo, Marzoli e Falcone di Palazzolo sull’Oglio e Madonna della Neve di Adro è stato deciso che nelle prossime ore prenderà il via la vaccinazione degli studenti e del personale docente e Ata delle scuole interessate, all’interno delle stesse strutture scolastiche. Le autorità sanitarie hanno preso contatto anche con le aziende presenti nei tre Comuni per la somministrazione del vaccino ai loro dipendenti. L’obiettivo è la copertura sanitaria per 14mila abitanti dagli 11 ai 60 anni.
Già dai giorni scorsi, inoltre, i medici di base dei tre paesi coinvolti sono a disposizione dei pazienti per la vaccinazione contro il meningocco C. Sulla vicenda e suoi risvolti comportamentali che i cinque casi meningite hanno provocato è stato sentito il parere di Ottavio Di Stefano, presidente dell’Ordine dei medici di Brescia, che invita a evitare gli allarmismi, senza per altro sottovalutare la pericolosità della malattia.
Presidente, una prima domanda: come si contrae la meningite?
Ci sono le meningiti batteriche e quelle virali. Nel nostro caso di cui si parla in questi giorni si tratta di meningite da meningococco in cui la trasmissione è interumana. Un portatore la trasmette a un individuo che per una serie di ragioni ha le difese immunitarie basse. Quest’ultimo svilupperà la malattia. Non si tratta di un contagio semplicissimo: la trasmissione non avviene stando nella medesima stanza. Avviene solo se gli individui si trovano a stretto contatto e per un periodo di tempo prolungato. Non è ad alta contagiosità come può esserlo il raffreddore.
L’allarmismo di questi giorni è giustificato?
L’allarmismo non è giustificato, la preoccupazione sì. I casi registrati sono stati originati dal meningococco di tipo C. L’infezione, purtroppo, è rapida e sistemica. In alcuni casi il germe non porta ai sintomi della meningite classica, ma a quelli della setticemia. Stando ai numeri attuali non c’è alcuna epidemia in atto.
Quali sono i sintomi?
Se parliamo della classica meningite, il primo sintomo è il “rigor nucalis”, la cosiddetta rigidità nucale. Altri sintomi possono essere la cefalea, la nausea e la febbre alta. In taluni casi questi sintomi sono assenti, si tratta di forme molto subdole.
Qualche consiglio?
Andare a farsi vaccinare e fate attenzione: se si è stati a contatto con qualcuno che in seguito ha manifestato i segni della malattia bisogna procedere con la profilassi antibiotica che è risultata altamente efficacie. Ricordo che è in atto una importante campagna vaccinale sia nei Comuni colpiti sia in quelli limitrofi con l’apertura di ambulatori straordinari.