Manca l’acqua
Angelo Bergomi: “Numeri alla mano si rischia seriamente di lasciare l’agricoltura senz’acqua a inizio agosto, nel cuore della stagione
Lago d’Iseo e fiume Oglio mai così “secchi” dal 1933. Il 2017 è stato peggiore rispetto ai già siccitosi 2015 e 2016. Nel tratto a nord del lago il fiume Oglio ha scaricato nel Sebino circa 1 miliardo e 240 milioni di metri cubi d’acqua, contro una media storica di 1 miliardo e 765 milioni. Se entra poca acqua nel lago, dentro il Sebino all’appello, rispetto alla media storica, a fine 2017 mancavano circa 37milioni di metri cubi di acqua. Stessa vicenda anche sul tratto meridionale del fiume Oglio, quello che esce dal lago tra la bresciana Paratico e la bergamasca Sarnico e fino all’ingresso nel Po, all’altezza della mantovana Torre d’Oglio. Poca acqua, come da anni non se ne vedeva durante il periodo autunnale. Proprio l’autunno mai così poco piovoso è stata la causa principale dell’abbassamento dei livelli, in combinazione con una primavera stranamente asciutta e a un’estate caldissima. Le precipitazioni avvenute tra fine 2017 e questo primo scorcio del 2018, seppure meno intense che in altre zone del Nord Italia, hanno dato un po’ di sollievo temporaneo, ma lo sguardo di tecnici ed esperti è già rivolto alle stagioni calde. Partire senza una “riserva” importanza di acqua (e neve, in Valle Camonica) non è il miglior viatico verso la primavera e l’estate. A questo si aggiunge la battaglia ingaggiata dal Consorzio Oglio, ente pubblico non economico di nomina ministeriale che dal 1929 vigila sul fiume nel tratto a sud del Sebino, e la Regione Lombardia. Il Consorzio ha annunciato che entro il 20 gennaio porterà il Pirellone davanti al Tribunale superiore delle acque, una sorta di “Consiglio di stato” del mondo idrico. Ai giudici romani il Consorzio – che gestisce l’approvvigionamento idrico di alcune migliaia di aziende agricole, consorzi minori e centrali idroelettriche – chiederà di fatto la cancellazione di una delibera regionale, datata fine novembre. Per evitare il rischio di infrazione europea sulla qualità delle acque (il livello minimo accettato è “buono”, mentre l’Oglio è “sufficiente”), il Pirellone ha deciso di raddoppiare (dal 5% al 10%) il deflusso minimo vitale, vale a dire l’acqua che non può essere stornata dal fiume. “Numeri alla mano – dice il presidente del Consorzio, Angelo Bergomi – si rischia seriamente di lasciare l’agricoltura senz’acqua a inizio agosto, nel cuore della stagione. Abbiamo fatto una sperimentazione di sei anni che dimostra come non serva “diluire” i fattori inquinanti per sanare la situazione, ma la Regione è andata per la propria strada. Siamo pronti al confronto ma quella delibera va ritirata: non serve all’ambiente e rischia di gettare nel caos l’agricoltura”.