La Scala Santa alla Stella

Sabato 8 marzo alle 17 verrà inaugurata la Scala Santa del Santuario della Madonna della Stella, posta sul colle Selva nel punto di congiunzione dei tre comuni di Cellatica, Concesio e Gussago. Era il 31 maggio 1536, quando la Madonna apparve ad Antonio, un guardiano di una mandria di mucche di proprietà di un abitante di San Vigilio, perché il luogo dell’apparizione, su cui sorse la chiesa, il campanile, il sagrato e la piazzetta era nel Comune di S. Vigilio (che nel 1928 venne accorpato a Concesio), ma sul confine con altri due terreni, uno nel Comune di Cellatica e l’altro in quello di Gussago, dove c’è la scalinata occidentale che porta al Santuario. Lungo la fiancata destra della scalinata verranno installate 11 stazioni composte da lastre di varie grandezze: le prime 7 hanno una dimensione di 30x40 centimetri, le altre 3 sono più grandi e l’ultima, la Resurrezione, è molto più grande. La Via Crucis è dedicata a tutti i figli saliti prematuramente in cielo: è il dolore più grande e intenso che possa provare una persona e, se non ci fosse una grande fede insieme al conforto di familiari, amici e belle anime missionarie il cuore ne rimarrebbe lacerato.
Accolta la proposta di realizzare la Via Crucis, rivisitata da don Giorgio Comini, il Rettore del Santuario, Inia Belleri e Paolo Poli hanno pensato di utilizzare un materiale che si adattasse meglio alla muraglia. “Sulle varie lastre di marmo di Botticino − ha raccontato Inia − abbiamo steso una quindicina di lavorazioni successive, partendo dal calcestruzzo fibrorinforzato, parzialmente colorato nella tonalità dell’oro, del bianco e del rosso; abbiamo scelto il pregiato marmo di Botticino per richiamare la bellezza e la perseveranza dell’alleanza di Dio con l’umanità, mentre quella del povero cemento rimanda alla sobrietà del bambino nato in una mangiatoia. La struttura delle opere e la posizione dei personaggi sono state pensate per esprimere l’atteggiamento dell’umanità nei confronti del messaggio evangelico: i personaggi come Maria, Marta e le donne di Gerusalemme, che provano compassione, sono rappresentati in un’unica scena con il Cristo, mentre Caifa, i soldati romani e la folla, che chiedevano la sua crocifissione, sono collocati lontani da lui o in una scultura separata. Nelle scene della passione sono stati posizionati alcuni chiodi per sottolineare la costante presenza della sofferenza fisica di Gesù. La scelta dei pigmenti quali oro, rosso e bianco riproduce la simbologia dei colori tipici dell’iconografia bizantina: l’oro rappresenta la regalità, il rosso l’umanità e il sangue versato da Gesù, mentre il bianco ricorda la pace e la luce divina. Nella scena della Resurrezione il Cristo appare immerso in una luce bianca che ne esalta la dimensione divina”.
