Generosità verso 10 dipendenti
Michele Zanni, giovane e molto noto esercente loverese, ha deciso di sostenere i suoi collaboratori donando loro tutto l’incasso delle attività di questi giorni che si stanno svolgendo secondo le regole in vigore: e lo fa, afferma, perché ognuno deve fare la propria parte in questo momento. Michele ha vissuto il primo lockdown chiudendo le sue tre attività: un bar sul proto di Castro, il centrale locale a Lovere di tendenza e molto frequentato dai giovani dell’Alto Sebino e la pizzeria al Ponte Barcotto di Costa Volpino. Quando ha potuto riprendere a lavorare all’inizio dell’estate, ha coinvolto i suoi 10 dipendenti, ha generato un movimento positivo di giovani, ha offerto, con entusiasmo e professionalità, una serie di servizi che l’hanno portato al top nelle classifiche dei locali. Dopo un’estate indimenticabile, come lui stesso afferma e un inizio autunno che poteva essere altrettanto, il nuovo stop, piombato come un macigno sulle attività di bar e ristoranti, pare che per Michele sia stata solo una scarica di energia. “Non mi rinchiudo in casa sul divano a guardare il soffitto”, ha detto alla famiglia e agli amici: “Voglio dire grazie a chi ha creduto in me e in noi, voglio fare la mia parte, voglio aiutare i miei collaboratori perché quando ci sarà la ripresa saremo ancora più forti e motivati”. E così non ci ha pensato due volte: con una serie di idee brillanti, ha deciso che avrebbe effettuato asporto per 4 giorni alla settimana, per poche ore, a prezzi di costo (caffè e brioches a 50 centesimi!). Conclusa la giornata lavorativa, l’incasso lordo va ai suoi 10 dipendenti, per sostenere almeno in parte la loro cassa integrazione. Il calcolo che Michele ha fatto è di circa 300 euro a testa al mese e ha già programmato l’iniziativa per almeno due mesi. “Non voglio lasciare nessuno a piedi, non voglio vedere i miei collaboratori in difficoltà, non voglio vedere i miei clienti, che sono tutti amici, senza un riferimento: è vero che mi sto facendo pubblicità – afferma – ma è anche vero che investo nel futuro mio e dei miei collaboratori che hanno dimostrato di credere in quello che facciamo”. Giovane, certamente entusiasta e un po’ sognatore, Michele sta dimostrando che il lavoro può essere etico e che le difficoltà mettono in luce non solo il peggio, ma anche il meglio.