Camminiamo insieme
Dal 2008 parroco di Calino e coordinatore della pastorale giovanile dell’unità pastorale, don Paolo Salvadori succede a don Angelo Anni alla guida di Palazzolo Santa Maria Assunta e Palazzolo Sacro Cuore
Per la sua seconda esperienza da parroco, dopo i 10 anni trascorsi a Calino, il vescovo Tremolada gli ha affidato la guida e la cura delle comunità di Santa Maria Assunta e Sacro Cuore a Palazzolo sull’Oglio. E così per don Paolo Salvadori, 50 anni il 10 settembre prossimo, originario di San Vigilio di Concesio, in partenza con un gruppo di giovani dell’Unità pastorale di Calino, Bornato, Cazzago e Pedrocca per il cammino di Santiago de Compostela, si apre il tempo di scrivere una nuova pagina della sua vita sacerdotale.
Dopo dieci anni trascorsi a Calino qual è lo stato d’animo con cui si accinge a vivere questa nuova esperienza a Palazzolo?
In questo momento è naturale che i sentimenti siano contrastanti. Da una parte avverto la fatica del distacco dalla comunità di Calino che mi ha regalato dieci anni splendidi segnati anche dalla sfida non indifferente della costituzione dell’unità pastorale che si è rivelata un dono sia dal punto di vista della fraternità sacerdotale che da quello di un’azione pastorale più incisiva sul territorio. Dall’altra parte, però, c’è in me anche la serenità che arriva dal pieno affidamento al Signore che ha voluto chiamarmi a questo servizio. So che il Signore è fedele e che la nuova avventura a Palazzolo non è altro che una sua nuova benedizione nei miei confronti.
Lei ha parlato della sfida dell’unità pastorale come di un dono… Un buon viatico per il nuovo incarico che il Vescovo le ha assegnato, inviandola alla guida di due comunità che devono sempre di più camminare insieme… ?
Sì, indubbiamente. Quella del camminare insieme è una sfida bella oltre che possibile, una sfida che non deve spaventare. Non so se sia la soluzione migliore a ciò che i tempi richiedono. Camminare insieme, come mi auguro di poter fare anche a Palazzolo, è il tentativo per fare qualcosa, per iniziare a dare risposte alle domande e ai bisogni sempre nuovi. Fondamentale, però, è che noi preti per primi iniziamo a credere a questa prospettiva. Se questo avviene anche il cammino delle comunità risulta più semplice. Percorrendo in questo modo la strada della comunione, preti, comunità e fedeli si accorgono ben presto che questa è realmente un dono. Certo, non dobbiamo lasciarci spaventare da quella che potrebbe essere una fatica iniziale.
Ci sono temi e sensibilità pastorali che ha sviluppato in questi anni e che più di altre le stanno a cuore anche in vista del servizio a Palazzolo?
In questi anni trascorsi a Calino per me è stata prioritaria la pastorale giovanile, avendo come incarico all’interno dell’unità pastorale proprio questo settore. Una Chiesa giovane è una Chiesa salva. Nello stesso tempo, però, mi sono sempre rimproverato di non avere avuto tempo a sufficienza per quei settori che non sempre hanno l’attenzione che meritano: fidanzati, le famiglie giovani, la pastorale dei battesimi. Insieme a questi, poi, c’è quel grande fronte della pastorale in cui credo molto che è quello dell’ascolto, dell’accompagnamento spirituale con il chiaro obiettivo di aiutare la comunità a vivere la Parola di Dio e la vita sacramentale.
Con lei a Palazzolo arriva anche un nuovo curato (don Giovanni Bonetti, ndr). Dovrete iniziare insieme a conoscere questa realtà...
Il cristiano vive le circostanze come provvidenza. Se il disegno indicato dal Signore sia a noi preti che alla comunità è questo, a noi non spetta altro che fidarci di Lui nella certezza che anche questa situazione alla fine diventerà sicuramente un dono.
C’è già un primo pensiero che vuole rivolgere ai nuovi parrocchiani di Santa Maria Assunta e del Sacro Cuore?
Ai miei nuovi parrocchiani chiedo di iniziare sin da ora a volerci bene reciprocamente, a camminare nella serenità e a pregare gli uni per gli altri. Sarà poi lo Spirito, con il tempo, con la preghiera, il discernimento, l’ascolto a indicarci la via da seguire. Un altro pensiero che rivolgo alle comunità di Palazzolo è di aprirci alla fiducia,