Transizione: utopia o progetto?
La transizione ecologica può permettere la reindustrializzazione verde dell’Europa, proprio in un continente dove l’industrializzazione è in regressione. Alcune scelte concrete, come l’idrogeno e il solare, per citare due esempi, possono determinare la rinascita industriale del continente, secondo una filosofia green (verde o pulita). Gaël Giraud è convinto di questo e lo afferma nel libro “La rivoluzione dolce della transizione ecologica” pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. Il gesuita francese ha visto sul campo gli effetti della crisi climatica. Paghiamo le conseguenze della concezione apparsa tra il XVI e il XVII secolo dell’uomo padrone della natura.
Facciamo un passo indietro. E voliamo in Ciad dove Giraud vive, più di 25 anni fa, l’esperienza del servizio civile in una città, Sarh, dove mancano l’acqua potabile e la corrente elettrica. Insegnante di matematica e fisica nel collegio gesuita Saint Charles Lwanga, diventerà poi ricercatore al Centre national de la recherche scientifique, il tempio della ricerca scientifica francese. Verificò quanto, più tardi, scrisse il Papa nella Laudato Si’: il grido della terra e il grido dei poveri sono un unico grido. Dalla sua esperienza nasce il centro di Balimba per i bambini di strada. Tornato in Francia, Giraud studia per diventare gesuita, pur continuando il lavoro di economista. “L’esperienza che avevo fatto in Ciad e quello che avevo imparato in campo economico hanno fatto sì che mi rendessi conto come il mio compito fosse capire, da economista, l’impatto del cambiamento climatico sulla popolazione”. La Compagnia di Gesù gli ha affidato il compito di sviluppare un centro per la giustizia ambientale presso la Georgetown University di Washington.
Il Prodotto interno lordo è un parametro obsoleto, perché “ignora le disuguaglianze sociali, segue una logica di media. Non tiene conto degli effetti nocivi provocati dal produttivismo (e dal diktat di una resa azionaria superiore al 15% annuo) e dalla ‘deregulation’ (la flessibilità come lotta contro la disoccupazione) sulla vita sociale e sull’ambiente”.
Giraud critica la finanza senza regole che domina i mercati. I bilanci delle banche sono pieni di derivati “bruni” cioè collegati alle energie fossili; per questo motivo gli istituti di credito non spingono per la transizione ecologica perché, se questa venisse decisa, le banche si ritroverebbero con bilanci azzerati: “Per un euro prestato sui mercati finanziari in favore delle energie rinnovabili, le banche francesi ne hanno concessi otto a quelle fossili. Chi potrebbe credere che questa strana selezione di clienti nel settore energetico da parte delle nostre banche sia il frutto di una concorrenza leale?”.
Giraud guarda al mondo dei beni comuni: non considerare il pianeta come un insieme di beni privati (aria, acqua, suolo, risorse naturali, ma anche salute globale) favorisce lo sviluppo di una società più capace di futuro.
Mercoledì 12 ottobre, alle 18, nella sala Bevilacqua di via Pace 10, Gaël Giraud interverrà sul tema “La transizione ecologica: utopia o progetto?”. L’incontro, in diretta anche sul canale YouTube delle Acli, è promosso dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, dalla Libreria Editrice Vaticana, dalle Acli e dall’Accademia Cattolica, in collaborazione con i Padri della Pace.