Richiedenti asilo a Darfo Boario Terme. Il progetto funziona
Le attività del progetto realizzato dall’Amministrazione comunale con l’Associazione Resilienza, partner della Cooperativa K-Pax per l’integrazione dei rifugiati
“L’avvio di questo progetto –dichiara il Sindaco della Città, Ezio Mondini –ha inteso porre le basi per un percorso di integrazione e solidarietà sociale affinché i richiedenti protezione internazionale possano essere accettati e apprezzati nella città di Darfo Boario Terme rendendosi utili alla comunità che li accoglie.”
Così i cinque ragazzi richiedenti asilo politico, affidati dalla Prefettura di Brescia alla Cooperativa K-Pax, dai primi giorni di novembre fino al nuovo anno hanno prestato servizio volontario, non retribuito, a fianco di dipendenti comunali, hanno svolto attività di pulizia delle strade, delle piazze e delle aree verdi, sempre sotto la supervisione degli operai del magazzino comunale. “In questi mesi i ragazzi provenienti da Pakistan, Afghanistan, Mali e Nigeria, compresi in una fascia d’età tra i 18 e i 30 anni, hanno collaborato con gli operai del Comune nell’esecuzione delle attività quotidiane condividendole reciproche competenze, apprendendo la lingua, le abitudini e conoscendo i luoghi.” aggiunge l’Assessore ai Servizi Sociali, Luigina Gaioni.
L’attivazione del progetto ha permesso quindi di inserire gradualmente in un contesto culturalmente e storicamente diverso giovani stranieri che sono nel nostro Paese (fuggono dalla guerra o dalla persecuzione politica), offrendo loro un percorso di alfabetizzazione e di coinvolgimento sociale.
“’Il riconoscimento dello status di rifugiato dovrebbe avvenire in tempi brevi – chiarisce Giovanni Ferma, educatore della Cooperativa K-Pax -Purtroppo, per ragioni diverse, i tempi vanno dai 12 ai 18 mesi circa. Questa lunga attesa, snervante per il richiedente che il più delle volte ha come meta il Nord Europa, lo costringe a dipendere totalmente dall’associazione a cui è affidato, provando un forte disagio sociale e psicologico; nel contempo la popolazione locale, non conoscendo i complessi meccanismi burocratici, manifesta insofferenza e fastidio".
“Il progetto, mirando al beneficio per l’intera comunità, riesce contemporaneamente a superare i pregiudizi e le facili quanto sterili polemiche mediatiche- osserva l’assessore Gaioni - Gli stessi operatori comunali, perplessi e scettici in fase iniziale, a conclusione dell’esperienza hanno espresso soddisfazione per il lavoro di questi giovani che si sono rivelati volenterosi e professionalmente competenti.”
Adesso, al termine della prima fase dell’iniziativa, in considerazione della sua positività, si pensa alla continuazione del progetto nella consapevolezza che la strada dell’integrazione e della convivenza è lunga e difficile ma è l’unica possibile per una crescita culturale, democratica ed etica. “Le persone che chiedono asilo lasciano la propria casa, la propria famiglia, le proprie tradizioni per sfuggire a situazioni violente e di profonda ingiustizia – conclude il Sindaco Mondini - esprimono, quindi, un bisogno di libertà, di dignità e di pace che deve essere riconosciuto come diritto e garantito ad ogni essere umano."
REDAZIONE ONLINE
07 gen 2016 00:00