La Caritas a supporto delle parrocchie per l'accoglienza
Nella consapevolezza della necessità di alimentare una cultura dell'accoglienza a profughi e migranti, la Caritas Diocesana bresciana mette a disposizione la propria esperienza fatta di incontri, storie, e buone prassi per accompagnare le comunità nell'attivazione di forme di micro-accoglienza. Un impegno importante per la nostra provincia, dove spesso accettazione ed ospitalità non trovano facili adesioni
Attualmente, Caritas Diocesana è presente in sette strutture (Brescia: Casa Marcolini Bevilacqua, Hotel Mille Miglia, Hotel Astron e Solferino; Zone; Azzano Mella, Bassano Bresciano, Borgo Poncarale) che hanno sottoscritto il progetto di accoglienza-accompagnamento. Un progetto che permette a 230 richiedenti asilo di partecipare tutti i giorni a lezioni di italiano con personale specializzato; essere aiutati nella preparazione all'incontro con la Commissione Territoriale; partecipare a laboratori di educazione civica; condividere un percorso ascoltati da personale esperto in mondialità e cooperazione internazionale. Il progetto è reso possibile infatti grazie a un’equipe di 15 professionisti (coordinati da Caritas, ma retribuiti dalle strutture ricettive) che una volta al mese si incontrano per fare formazione e condividere buone prassi.
A distanza di un anno la situazione non è più la stessa: non si arresta il flusso di migranti che giunge in Europa e sulle coste dell’Italia in particolare. Di fronte all'aumento di questa umanità ferita, occorre implementare l’offerta di posti, distribuendo i richiedenti in piccoli gruppi sul territorio e, al contempo incrementare le risorse professionali da mettere in campo per un’accoglienza adeguata alle esigenze di questi richiedenti Asilo. Il diacono Giorgio Cotelli, direttore della Caritas Diocesana, sottolinea l’importanza dell’attività di micro accoglienza e l’importanza di attivarsi per il futuro con queste parole: “L’accoglienza di piccoli gruppi di persone permette cose che i grandi numeri non consentono, ovvero il far si che questi nostri fratelli possano sentirsi a casa, ma soprattutto che la comunità possa costruire relazioni significative con loro. Oggi, purtroppo però i professionisti che abbiamo non bastano più. Sarà necessario ampliare l’equipe, sviluppando certamente il sistema di network, ma soprattutto rafforzando i legami già esistenti. Bisogna fare in modo che ci sia uno staff preparato e che parli il linguaggio Caritas, e cioè quello della relazione e del farsi progetto delle comunità parrocchiali”.
Da qui nasce l’appello lanciato dalla Conferenza Episcopale Lombarda (9 luglio 2015), che invita le parrocchie a mettere a disposizione spazi adeguati per un’accoglienza diffusa sul territorio e incarica le Caritas di ciascuna diocesi di adoperarsi affinché le parrocchie ospitanti vengano sollevate da oneri burocratici, amministrativi e da eccessive responsabilità di accompagnamento sociale.
E’ questo un compito a cui Caritas Diocesana Brescia intende attenersi, assicurando il suo impegno fattivo nell'accompagnare l’attivazione e la gestione di forme di micro-accoglienza e di integrazione per i richiedenti asilo. Nello specifico, vi è la convenzione con la Prefettura che ha per oggetto il servizio di accoglienza e assistenza a favore di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, prevede vengano assicurati: vitto; alloggio; kit igienico; abbigliamento; assistenza sanitaria; formazione in lingua italiana; supporto psicologico all'arrivo; orientamento legale, istruzione civica, preparazione all'audizione della Commissione Territoriale; mediazione culturale.
MARTA GALIAZZO
03 set 2015 00:00