Il mondo agricolo alza la voce
Nella giornata di ieri migliaia di agricoltori provenienti da tutta la Regione si sono trovati in Piazza Vittoria a Brescia per partecipare alla mobilitazione messa in campo da Confagricoltura. La protesta si è sviluppata sulle strade bresciane a partire dalle prime ore della mattinata, con decine di mezzi agricoli che da Torbole Casaglia hanno marciato lungo la Sp19 fino all’altezza di Ospitaletto, per arrivare poi in centro città
In piazza Vittoria, mercoledì 18 febbraio, è andata in scena la protesta: “Sono qui oggi – ha dichiarato un allevatore della Bassa Bresciana – per sollecitare un adeguamento dei prezzi: produciamo in perdita in tutti i settori, dal lattiero caseario alla floricoltura”. È però sulle quote latte e il loro prezzo che si infiammano gli animi: “Ci fanno vendere il latte a 30 centesimi il litro – sono sempre parole dell’allevatore – mentre al supermercato i prezzi di vendita superano di gran lunga l’euro”. L’altro fattore che scatena la rabbia dei manifestanti è l’Imu sui terreni agricoli: “Non vogliamo più pagare l’Imu sui campi, ci porta via il 20%, se non di più, del nostro guadagno” ha commentato a margine della manifestazione un agricoltore mantovano. Scampanellii, fischi e il fragore di qualche petardo hanno fatto da contorno alla mobilitazione mentre sul palco, allestito alle spalle di via Porcellaga, il presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi dava voce alle proteste dei manifestanti: “L’agricoltura ha bisogno di strumenti non di chiacchiere, la prima briglia da togliere è l’Imu”. “Questo non è un Paese normale” ha sottolineato il Presidente parlando della burocrazia che attanaglia il settore. In vista dell’incontro con il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina: “Prima di chiedere quanto latte dovremo produrre – ha commentato Guidi – domanderò a che prezzo; è giunto il momento di smetterla di sfruttare il marchio Made in Italy senza la giusta valorizzazione economica”. Secondo l’assessore al Commercio, turismo e terziario di Regione Lombardia, Mauro Parolini, la prima mossa da approntare riguarda la tassazione: “Non deve penalizzare chi investe”.
L’Assessore ha poi rimarcato il peso della burocrazia: “Ci sono troppe pratiche, troppe procedure che non si sa cosa tutelino, non si sa quale interesse pubblico difendano, ma è certo che uccidono, coprendola di carte inutili, l’attività agricola”. La protesta si è sviluppata sulle strade bresciane a partire dalle prime ore della mattinata, con decine di mezzi agricoli che da Torbole Casaglia hanno marciato lungo la Sp19 fino all’altezza di Ospitaletto, per arrivare poi in centro città. Alla base della mobilitazione, infatti, anche il raccordo autostradale Ospitaletto-Montichiari, (la “corda molle”) e il mancato pagamento dei terreni espropriati nel 2007; stessa cosa dicasi per la Brebemi. “A Brescia – ha dichiarato Parolini – ci sono espropri da pagare, ed espropri da fare sulla Tav, bisogna che vengano pagati al più presto”. Su questo punto l’Assessore ha già preso contatti con il ministro Lupi: “Affinché si paghino in fretta gli espropri della ‘corda molle’ e della Brebemi, perché i soldi ci sono e vanno erogati il prima possibile”. In merito alla Tav: “Bisogna che gli espropri siano ridotti al minimo, siamo passati, per esempio, da 230 a 30 ettari occupati per l’area del Lugana” ha chiosato Parolini, sottolineando altresì l’importanza dei valori effettivi dell’indennizzo.
ROMANO GUATTA CALDINI
19 feb 2015 00:00