Il calore per i bambini abbandonati
L'associazione "I bambini Dharma" ha donato un murale al nido dell'Ospedale. Rappresenta un segno tangibile delle attività della realtà di volontariato che affianca il personale sanitario nell'accoglienza e cura dei neonati abbandonati alla nascita
Concretamente accudiscono, sollevando di fatto il personale medico e sanitario, i bambini in una sorta di limbo, il periodo che intercorre tra la richiesta di affido o di adozione e l’ingresso in famiglia o, in alcuni casi, in un istituto. Possono trascorrere pochi giorni, un mese o anche sei mesi. Ma si sa l’Ospedale non va in vacanza e, quindi, i piccoli necessitano di una cura 24 ore su 24. Giovanna, ausiliaria in Ospedale, è riuscita nell’intento di fornire un valido servizio al nosocomio e soprattutto di far scattare una grande gara di solidarietà. Il tutto si inserisce in uno splendido rapporto di collaborazione con l’istituzione, ben evidenziato dall’entusiasmo con il quale il direttore generale Ezio Belleri ha illustrato la significativa realtà de “I bambini Dharma”. I momenti vissuti con i singoli bambini vengono annotati su un diario che sarà poi sistemato, insieme alla bavaglia, al ciuccio o a piccoli doni, in una valigia: questa verrà consegnata alla famiglia del bambino. Il neonato, una volta cresciuto, scoprirà quindi di essere stato amato: dalla madre che ha deciso di farlo nascere e da tutte le persone che nei giorni successivi non gli hanno fatto mancare il calore e la vicinanza.
Per dare un segno tangibile di una presenza a tutto il reparto, l’associazione ha donato un murale nell’atrio d’ingresso del Nido del Civile. L’opera, realizzata da Barbara Mancini, con il supporto della giovane disegnatrice Giulia Barbieri, inizia con un albero della vita, che ha radici importanti e rami enormi, e continua con una serie di immagini simboliche (la valigia, la casa famiglia, la bambina sull’altalena) che rimandano al concetto di speranza. Il sogno nel cassetto è di poter creare una rete di famiglie disponibili all’accoglienza in situazioni di contingenza: si pensi, ad esempio, a quelle madri sole che entrano in ospedale con un figlio e magari non sanno dove lasciare gli altri figli…
L. ZANARDINI
30 gen 2015 00:00