Share the journey per l'accoglienza
Papa Francesco ha lanciato nel corso dell'udienza generale di ieri la campagna di Caritas Internationalis per promuovere l'accoglienza dei migranti e dei rifugiati attraverso la condivisione delle loro esperienze
È stato papa Francesco a lanciare ieri, nel corso dell’udienza generale di Piazza San Pietreo, la campagna di Caritas Internationalis “Share the Journey - Condividiamo il cammino”, iniziativa che coinvolge tutte le Caritas del mondo per promuovere l’accoglienza dei migranti e dei rifugiati attraverso la condivisione delle loro esperienze.
Attraverso “Share the journey” si vuole capire e contribuire a far capire perché così tante persone stanno lasciando la loro terra in questo momento storico. Si vogliono anche stimolare le comunità a costruire relazioni con rifugiati e migranti, accendere una luce e illuminare la strada. La migrazione è una storia molto antica, ma questa campagna mira ad aiutare le comunità a vederla con occhi nuovi e un cuore aperto.
“Per la Chiesa è un momento per ricordare non solo ai cristiani, ma a tutto il mondo, il mandato del Signore che ha sempre a cuore la gente più vulnerabile - aveva raccontato ai microfoni di Radio Vaticana il card. Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis, spiegando la campagna - . Questo è l’obiettivo più profondo: obbedire al mandato del Signore, che si esprime nelle parole di Papa Francesco quando parla di accogliere, di proteggere, di promuovere lo sviluppo integrale umanitario di ogni migrante e di integrare i migranti in una nuova comunità”.
L’approccio da seguire, secondo l’arcivescovo di Manila, è “umanizzare questo fenomeno della migrazione. I migranti non sono statistiche, non sono numeri, ma persone”. Share the journey, rappresenta un appello alla conversione al cambiamento di mentalità tramite gli incontri personali, “perché – ha proseguito ancora il card. Tagle - quando incontriamo un migrante come persona, faccia a faccia, una di fronte all’altra, i miei occhi si aprono; non vedo solo una statistica o un numero, ma una persona vera che è un fratello, una sorella, un mio prossimo. É in questo modo che comincia il cambiamento di mentalità: crolla il muro e si costruisce il ponte!”.
Il lancio della campagna di Caritas internazionalis è avvenuta a poche ore di distanza dalla presentazione, al Viminale del “Primo piano nazionale di integrazione rivolto ai beneficiari di protezione internazionale, per il loro pieno inserimento nella società”.
Quello indicato dal piano, con tanto di azioni (chi è accolto si impegna a imparare la lingua italiana; condividere i valori fondamentali della Costituzione Italiana; rispettare le leggi; partecipare alla vita economica, sociale e culturale del territorio in cui vive. Chi accoglie, invece, si impegna ad assicurare l’uguaglianza e la pari dignità; la libertà di religione; l’accesso alla istruzione e alla formazione; interventi diretti a facilitare l’inclusione nella società e l’adesione ai suoi valori non negoziabili) è un modello di convivenza ispirato ai valori della Costituzione. Il Piano è il frutto del lavoro di un tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il ministero dell’Interno e che vedrà nella sua successiva realizzazione il contributo di Amministrazioni centrali, di livello internazionale ma anche locale e del terzo settore. Il piano trova la sua ragion d’essere nella constatazione che l’immigrazione ha cambiato profondamente la fisionomia delle società occidentali, rendendo prioritario per i governi europei misurarsi con nuovi strumenti in ordine alla gestione del pluralismo culturale e religioso che necessariamente oggi caratterizza i contesti d’accoglienza. Obiettivi del piano sono la promozione della convivenza con i cittadini italiani nel rispetto dei valori costituzionali e con il reciproco impegno a partecipare all’economia, alla vita sociale e alla cultura dell’Italia; il raggiungimento dell’autonomia personale dei destinatari; l’ottimizzazione delle risorse economiche per superare le settorialità della programmazione degli interventi. I destinatari del piano sono 74.853 beneficiari di protezione internazionale: 27.039 rifugiati e 47.814 titolari di protezione sussidiaria