Papa Francesco visto da vicino
A Brescia giovedì 16 marzo si terrà un incontro nella Sala Bevilacqua con Marcelo Figueroa per riflettere sull’azione e sul pensiero di Francesco
Il 13 marzo di dieci anni fa il cardinale Bergoglio fu eletto Vescovo di Roma. Nel suo primo discorso dalla Loggia della Basilica Vaticana, affermò: “Adesso incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese”. In tale affermazione si può leggere la volontà di coltivare l’ecumenismo, un filone che insieme con l’apertura al dialogo con le altre religioni, l’attenzione per il creato rappresenta uno dei tratti principali della missione di papa Francesco.
A Brescia giovedì 16 marzo 2023 si terrà un incontro nella Sala Bevilacqua di via Pace 10 (alle 20.45), che vuole evidenziare questo aspetto peculiare dell’azione e del pensiero di papa Francesco. Ne parlerà Marcelo Figueroa, presbitero della Chiesa presbiteriana in Argentina e direttore per 25 anni della Società biblica argentina, nonché amico personale di Jorge Mario Bergoglio da oltre 20 anni. Figueroa dal 2016 è editorialista dell’Osservatore Romano, prima “firma” protestante del quotidiano della Santa Sede. La Libreria Editrice Vaticana (LEV) ha pubblicato nel 2022 il volume Le diversità riconciliate. Un protestante nel giornale del Papa che raccoglie una selezione dei suoi editoriali. Il titolo dell’incontro, promosso da Ufficio per l’ecumenismo, Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura, ACLI di Brescia, LEV e Padri della Pace, è quanto mai intrigante: “Papa Francesco visto da vicino”; Marcelo Figueroa dialogherà con il giornalista Claudio Baroni.
Nella prefazione al libro Papa Francesco ricorda che “l’ecumenismo è un concetto radicato nelle fondamenta del mio pontificato, in quanto è un modo di cercare di essere un’unica Chiesa fondata in Cristo Signore… Per anni abbiamo aggettivato l’ecumenismo come ecumenismo dell’amore, della speranza, della misericordia, della solidarietà, della pace. Io stesso ho utilizzato un’espressione forte, cercando di risvegliare le realtà che ci uniscono a partire dalle vene aperte di tanti fratelli e del Verbo incarnato stesso, sofferente e orante per l’unità, quella di ‘ecumenismo del sangue’”. Il libro di Figueroa è una miniera di informazioni e di riflessioni sull’ecumenismo di Papa Francesco, un cammino in cui i gesti superano le parole, essendo uno stile, una sensibilità profonda, “probabilmente il filo conduttore, la chiave ermeneutica” per interpretare e valutare la sua azione.
Nel dialogo con le altre religioni, vale la pena di riprendere il discorso pronunciato nell’aprile del 2017 in Egitto da Papa Francesco, che ha una straordinaria attualità mentre una guerra insensata sconvolge l’Europa, e il patriarca di Mosca parla di “guerra santa”: “In quanto responsabili religiosi, siamo dunque chiamati a smascherare la violenza che si traveste di presunta sacralità[…]. Siamo tenuti a denunciare le violazioni contro la dignità umana e contro i diritti umani, a portare alla luce i tentativi di giustificare ogni forma di odio in nome della religione e a condannarli come falsificazione idolatrica di Dio: il suo nome è Santo, Egli è Dio di pace, Dio salam. Perciò solo la pace è santa e nessuna violenza può essere perpetrata in nome di Dio,perché profanerebbe il suo Nome. […] Ma la religione non è certo solo chiamata a smascherare il male; ha in sé la vocazione a promuovere la pace, oggi come probabilmente mai prima. […] Oggi c’è bisogno di costruttori di pace, non di armi; oggi c’è bisogno di costruttori di pace, non di provocatori di conflitti; di pompieri e non di incendiari; di predicatori di riconciliazione e non di banditori di distruzione”. Concetti ripresi anche nel Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune sottoscritto ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019 da Papa Francesco e da Ahmad Al-Tayyeb, Grande Imam di Al-Azhar, la più alta autorità morale del mondo mussulmano sunnita.