Papa Francesco è arrivato in Mongolia
Per il Pontefice si tratta del 43° viaggio apostolico
Papa Francesco è giunto a Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia, atterrando alle 9.51 (ora locale) all’Aeroporto internazionale Chinggis Khaan. A partire da oggi 1° fino al 4 settembre, si snoderà il 43° viaggio apostolico del suo pontificato. Il primo viaggio di un Papa in questa terra dell’Asia centrale.
Nelle strade della città difficile ritrovare striscioni e cartelli come durante ogni viaggio internazionale del Pontefice, tantomeno bagni di folla. È un’accoglienza sobria quella riservata al Papa ma profondamente sentita, con un senso di gratitudine da parte soprattutto del “piccolo gregge” cattolico.
L’incaricato d’Affari della Nunziatura apostolica, mons. Fernando Duarte Barros Reis, e il capo del protocollo sono saliti a bordo dell’aereo per salutare il Papa. Ai piedi della scala anteriore, lo ha atteso il ministro degli Esteri, Batmunkh Battsetseg: in Mongolia è sempre questa carica ad accogliere i capi di Stato stranieri. Non ci sono stati discorsi, ma solo la Guardia d’Onore con i militari nella tradizionale divisa rossa, blu e gialla (i colori della bandiera mongola) e il saluto delle rispettive delegazioni. Era presente anche mons. José Luis Mumbiela Sierra, vescovo della diocesi della Santissima Trinità ad Almaty, in qualità di presidente della Conferenza episcopale dell’Asia centrale. Il Papa e la ministra hanno poi raggiunto la Vip Lounge per un breve colloquio. Al termine, il saluto e il trasferimento di Francesco in auto alla Prefettura apostolica di Ulaanbaatar, a sud della città, nel distretto di Khan Uul, tra le principali aree industriali della regione. Qui il Papa risiederà durante i giorni di viaggio, facendo tappa solo nella capitale. La cerimonia di accoglienza ufficiale si svolgerà domani mattina, 2 settembre, in piazza Sukhbaatar, dove sorge il Palazzo di Stato e dove si terrà l’incontro con le autorità civili, primo appuntamento della trasferta di Papa Francesco. Intanto all’ingresso nella Prefettura, un gruppo di bambini ha salutato e omaggiato il Papa con dei fiori.
Durante il volo aereo Roma c’è stato il consueto incontro tra il Papa e i circa settanta giornalisti accreditati per seguire questo nuovo viaggio aposticolo a poche settimane di quello che lo ha portato a Lisbona per la Gmg. “Andare in Mongolia è andare presso un popolo piccolo in una terra grande. La Mongolia sembra non finire e gli abitanti sono pochi, un popolo di grande cultura – ha affermato il Pontefice - . Credo che ci farà bene capire questo silenzio, così lungo, così grande. Ci aiuterà a capire cosa significa ma non intellettualmente, capirlo con i sensi”.
Poi ha aggiunto: “La Mongolia si capisce con i sensi”. Inoltre, ha suggerito: “Mi permetto di dire che farà bene forse ascoltare un po’ la musica di Borodin, che è stata capace di esprimere cosa significa questa lunghezza e grandezza della Mongolia”.
Durante l’incontro con i giornalisti stata mostrata a papa Francesco una borraccia appartenuta a un militare ucraino che si è salvato da una esplosione. Ha portato questo oggetto in una chiesa di Leopoli per ringraziare di essersi salvato. È stata la giornalista Eva Fernandez, di Radio Cope, a raccontare questa storia. Ne è venuta in possesso temporaneo perché la facesse vedere al Papa. Questo oggetto, con i segni della guerra scolpiti, sarà comunque riportato nella chiesa con la benedizione che in volo Francesco ha voluto dare.
Intanto cresce l’attesa della piccola comunità cristiana che vive nel Paese asiatico per l’incontro col Papa.
“Si respira un clima di gioia e di meraviglia: il papa che viene in Mongolia. Viene a visitare la più piccola comunità cattolica che esiste al mondo. Lui, che è il pastore di una chiesa universale, ha scelto di venire a visitare noi, in questa Mongolia, al centro dell’Asia, in questa piccola comunità che è formata da 1.500 battezzati. È un gesto bellissimo”. È padre Ernesto Viscardi, missionario della Consolata, di origini bergamasche, da 19 anni in Mongolia a dare voce all’attesa della gente. “La seconda emozione – prosegue il missionario italiano – è il fatto che il Papa, qui, ci porterà tutta la Chiesa. Dirà a noi delle parole precise di incoraggiamento ma pronuncerà anche delle parole per tutto il mondo, sui temi della pace, del dialogo, della povertà, della giustizia. In qualche maniera, la Mongolia diventerà per qualche giorno un po’ al centro dell’attenzione del mondo e delle comunità cattoliche sparse nel mondo. Quindi grande emozione ma anche tante cose da fare e preparare”.