Papa Francesco ad Auschwitz: il "silenzio" più forte di ogni parola
Il suo modo per far gridare il silenzio, per chiedere la grazia che il mondo non conosca più abissi di disumanità e di dolore simili
Il Papa che cammina a capo chino, da solo, assorto nel suo intenso silenzio. Sono le 9.15 quando varca il cancello del campo di sterminio di Auschwitz, senza il seguito e senza il clamore dei media. È un’istantanea che rimarrà nella storia. Dopo aver percorso a piedi il primo tratto del viale, accanto al Crematorio 1, Francesco è salito – sempre da solo tranne il conducente – su una vettura elettrica che poco dopo si è fermata per farlo scendere lungo il viale dei blocchi, subito prima della Piazza dell’Appello.
Il Papa è sceso, e si è seduto su una sedia appositamente preparata per lui. È cominciata così la sua preghiera silenziosa, un quarto d’ora, il capo chino e assorto. Il suo modo per far gridare il silenzio, per chiedere la grazia che il mondo non conosca più abissi di disumanità e di dolore simili. Sullo sfondo, i pali di filo spinato.
AGENSIR
31 lug 2016 00:00