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Polonia
di AGENSIR 31 lug 2016 00:00

Papa Francesco ad Auschwitz: il "silenzio" più forte di ogni parola

Il suo modo per far gridare il silenzio, per chiedere la grazia che il mondo non conosca più abissi di disumanità e di dolore simili

“Signore, abbi pietà del tuo popolo. Signore, perdono per tanta crudeltà”. È il testo del biglietto, scritto in spagnolo, consegnato dal Papa dopo la firma del “Libro d’Onore” ad Auschwitz. Sono le uniche parole che hanno scandito la visita ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, durata poco meno di due ore. Una visita all’insegna del silenzio e della preghiera.

Il Papa che cammina a capo chino, da solo, assorto nel suo intenso silenzio. Sono le 9.15 quando varca il cancello del campo di sterminio di Auschwitz, senza il seguito e senza il clamore dei media. È un’istantanea che rimarrà nella storia. Dopo aver percorso a piedi il primo tratto del viale, accanto al Crematorio 1, Francesco è salito – sempre da solo tranne il conducente – su una vettura elettrica che poco dopo si è fermata per farlo scendere lungo il viale dei blocchi, subito prima della Piazza dell’Appello.

Il Papa è sceso, e si è seduto su una sedia appositamente preparata per lui. È cominciata così la sua preghiera silenziosa, un quarto d’ora, il capo chino e assorto. Il suo modo per far gridare il silenzio, per chiedere la grazia che il mondo non conosca più abissi di disumanità e di dolore simili. Sullo sfondo, i pali di filo spinato.



AGENSIR 31 lug 2016 00:00