Non dimentichiamo i Paesi in guerra
“Non dimentichiamo i paesi in guerra”. È l’ennesimo appello con cui Papa Francesco ha concluso l’udienza di oggi in piazza San Pietro, salutando i fedeli di lingua italiana. “La martoriata Ucraina soffre, non dimentichiamo l’Ucraina!”, ha esclamato Francesco: “Non dimentichiamo la Palestina, Israele, il Myanmar e tante nazioni in guerra”. “Non dimentichiamo quel gruppo di palestinesi mitragliati, innocenti”, ha ripetuto il Papa: “Preghiamo per la pace, abbiamo tanto bisogno di pace!”.
“Nella tradizione cattolica c’è una preghiera che dice: a Gesù per Maria”,
ha ricordato a braccio nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata al rapporto tra Maria e lo Spirito Santo. “La Madonna ci fa vedere Gesù, e lei ci apre le porte, sempre”, ha proseguito Francesco ancora a braccio: “La Madonna è la mamma che ci porta per mano verso Gesù. Mai la Madonna segnala sè stessa, la Madonna segnala Gesù. E questa è la pietà mariana”. “Maria, in quanto prima discepola e figura della Chiesa, è una lettera scritta con lo Spirito del Dio vivente”, ha spiegato il Papa: “Proprio per questo, ella può essere conosciuta e letta da tutti gli uomini, anche da chi non sa leggere libri di teologia, da quei ‘piccoli’ ai quali Gesù dice che sono rivelati i misteri del Regno, nascosti ai sapienti”. “Maria si offre come una pagina bianca su cui il Signore può scrivere ciò che vuole”, ha commentato Francesco: “Il sì di Maria all’angelo – ha scritto un noto esegeta – rappresenta ‘il vertice di ogni comportamento religioso davanti a Dio, poiché ella esprime, nella maniera più elevata, la disponibilità unita alla prontezza, il vuoto più profondo che si accompagna alla più grande pienezza’. Ecco, dunque, come la Madre di Dio è strumento dello Spirito Santo nella sua opera di santificazione”.
“In mezzo al profluvio interminabile di parole dette e scritte su Dio, sulla Chiesa e sulla santità – che pochissimi, o nessuno, è in grado di leggere e capire per intero – lei ci suggerisce due sole parole che tutti, anche i più semplici, possono pronunciare in ogni occasione: ‘Eccomi’ e ‘fiat’”,
l’immagine scelta dal Papa. “Maria è colei che ha detto sì al Signore e con il suo esempio e la sua intercessione ci spinge a dire anche noi il nostro sì a lui, ogni volta che ci troviamo dinanzi a una obbedienza da attuare o a una prova da superare”, ha osservato Francesco, secondo il quale “in ogni epoca della sua storia, ma in particolare in questo momento, la Chiesa si trova nella situazione in cui la comunità cristiana era all’indomani dell’Ascensione di Gesù al cielo. Deve predicare il Vangelo a tutte le genti, ma è in attesa della potenza dall’alto per poterlo fare”. Tra la Madonna e lo Spirito Santo “c’è un vincolo unico, eternamente indistruttibile, che è la persona stessa di Cristo, concepito per opera dello Spirito Santo e nato da Maria Vergine, come noi recitiamo nel Credo”, ha fatto notare il Papa facendo riferimento alla Pentecoste, quando i discepoli erano riuniti attorno alla madre di Gesù. “L’evangelista Luca volutamente mette in risalto la corrispondenza tra la venuta dello Spirito Santo su Maria nell’Annunciazione e la sua venuta sui discepoli a Pentecoste, usando alcune espressioni identiche nell’uno e nell’altro caso”, ha ricordato. Poi la citazione di una preghiera in cui San Francesco d’Assisi saluta la Vergine quale “figlia e ancella dell’altissimo Re il Padre celeste, madre del santissimo Signore Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo”. “Figlia del Padre, Madre del Figlio, Sposa dello Spirito Santo!”, ha esclamato il Papa: “Non si poteva illustrare con parole più semplici il rapporto unico di Maria con la Trinità”. Maria “è la sposa, ma è, prima ancora, la discepola dello Spirito Santo”, ha concluso il Santo Padre: “Impariamo da lei a essere docili alle ispirazioni dello Spirito, soprattutto quando Egli ci suggerisce di ‘alzarci in fretta’ e andare ad aiutare qualcuno che ha bisogno di noi, come fece lei subito dopo che l’angelo la lasciò”.