No alla guerra e ai disegni di conquista
Papa Francesco è intervenuto, da remoto, alla "Clinton Global Initiative" (che si conclude oggi a New York) con un discorso sulle sfide urgenti del nostro tempo.
Ancora un “no” alla guerra e un appello a impegnarsi per fronteggiare il cambiamento climatico prima che sia troppo tardi. Così Papa Francesco nel suo intervento di ieri da remoto alla “Clinton Global Initiative”, la due giorni promossa dall’ex presidente degli Stati Uniti a New York per individuare e condividere i modi attraverso cui attuare una autentica conversione di stili di vita per progredire insieme, nonostante le criticità che investono le nazioni, a piccoli passi. La proiezione di un video con immagini del Papa durante i suoi viaggi internazionali e in momenti significativi soprattutto a contatto con i più piccoli e i malati, ha preceduto le parole del Pontefice
Di fronte alle numerose sfide elencate dall'ex presidente Clinton, dal cambiamento climatico alle crisi umanitarie che colpiscono i migranti e i rifugiati, e ancora all'assistenza all'infanzia, il Papa ha ribadito che "solo insieme possiamo guarire il mondo dall'anonimato che è la globalizzazione dell'indifferenza". In particolare, si è soffermato su quella che ancora una volta definisce terza guerra mondiale a pezzi che chiama in causa "una grande e comune assunzione di responsabilità".
“Nessuna sfida, - sono state le parole di papa Francesco - è troppo grande se la affrontiamo a partire dalla conversione personale di ognuno di noi, dal contributo personale che ognuno di noi può dare per superarla e dalla consapevolezza di ciò che ci rende parte dello stesso destino. Nessuna sfida può essere affrontata da soli. Non da soli. Solo insieme. Sorelle e fratelli, figli di Dio. Per questo motivo incoraggio sempre tutte le donne e gli uomini di buona volontà, e vorrei farlo anche qui, a non arrendersi di fronte alle difficoltà”.
Le difficoltà, sono state altre considerazioni del Papa, possono far emergere il meglio o il peggio di noi. È qui che sta la sfida. "Combattere l'egoismo, il narcisismo, la divisione con la generosità".
“È tempo - ha affermato - di trovare il cambiamento della pace, il cambiamento della fraternità. È tempo che le armi cessino. È tempo di tornare al dialogo, alla diplomazia. È tempo che cessino i disegni di conquista e di aggressione militare. Per questo ripeto: no alla guerra. No alla guerra”.
Nel suo intervento il Papa non ha mancato di affrontare il tema della "catastrofe ecologica", su cui molto insiste l'iniziativa voluta da Bill Clinton. "È tempo di lavorare insieme" per fermarla – ha affermato il Papa che di una volta ha ripetuto - prima che sia troppo tardi".
Le emergenze migratorie, tanto a cuore al Papa, sono l'altra questione posta in evidenza. Il Pontefice ha ricordato al riguardo: “Non stiamo parlando di numeri, ma di persone, uomini, donne e bambini. Quando parliamo di migrazioni, pensiamo agli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi. È tempo di pensare ai più giovani, ai bambini, alla loro istruzione, alle loro cure”.
Alla convention della Clinton Global Initiative che si chiude oggi partecipano figure di richiamo internazionale, da scienziati a giornalisti, da responsabili di istituzioni politiche e internazionali ad attivisti, imprenditori, donatori. Tutti a portare testimonienze e buone pratiche per sensibilizzare attorno al tema generale posto: "Come andare avanti, nonostante le difficoltà che si presentano, per costruire un futuro più forte per tutti?". Clinton ha ricordato che ogni giorno siamo chiamati a delle piccole semplici scelte da fare. Anche la sua è stata una chiamata alla responsabilità di ciascuno per cercare di fare la differenza: la Fondazione, nata nel 2005, ha inciso nella vita di oltre 435 milioni di persone in più di 180 Paesi. “Possiamo migliorare ogni giorno”, ha detto. L’inclusione è migliore della divisione, ha rimarcato.