Motu proprio del Papa sulla trasparenza
Si tratta di un codice per i contratti e gli appalti, un testo che è frutto di quattro anni di lavoro condiviso tra diversi enti vaticani e che servirà d’ora in avanti come riferimento unico per tutte le realtà d’Oltretevere.
Al fine di consentire una più efficace gestione delle risorse, ho ritenuto di approvare un insieme di norme volte a favorire la trasparenza, il controllo e la concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici stipulati per conto della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”. Lo annuncia Papa Francesco nella lettera apostolica in forma di “Motu Proprio”, pubblicata nei giorni scorsi.
Si tratta di un codice per i contratti e gli appalti, un testo che è frutto di quattro anni di lavoro condiviso tra diversi enti vaticani e che servirà d’ora in avanti come riferimento unico per tutte le realtà d’Oltretevere. Il testo, intitolato “Norme sulla trasparenza, il controllo e la concorrenza dei contratti pubblici della Santa Sede e dello della Città del Vaticano” si compone di 86 articoli ai quali se ne aggiungono altri 12 relativi alla tutela giurisdizionale nei casi di contenzioso. Questa dettagliata legislazione, promulgata col motu proprio del Papa, assume la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione firmata a Merida e si sostituisce le precedenti normative in vigore estendendosi anche a tutti gli enti della Santa Sede che fino ad oggi non avevano leggi proprie per contratti e appalti.
L’intenzione manifestata dal Pontefice è quella di “fissare i principi generali e delineare una procedura unica in materia, attraverso un corpus normativo valido per i diversi Enti della Curia Romana, per le Istituzioni amministrativamente collegate alla Santa Sede, per il Governatorato dello Stato, nonché per le altre persone giuridiche canoniche pubbliche specificatamente individuate”.
Segnalando comunque che “questa disciplina contempla quelle necessarie differenze tra la Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano”, Papa Francesco sostiene che “la promozione di un apporto concorrente e leale di operatori economici, unito alla trasparenza e al controllo delle procedure di aggiudicazione dei contratti, consentirà una migliore gestione delle risorse che la Santa Sede amministra per conseguire i fini che della Chiesa sono propri, garantendo agli stessi operatori parità di trattamento e possibilità di partecipazione mediante un apposito Albo degli operatori economici e specifiche procedure”.
Nella lettera viene esplicitata una ulteriore intenzione del Papa: “L’operatività dell’intero sistema costituirà, inoltre, ostacolo a intese limitative e consentirà di ridurre in modo notevole il pericolo di corruzione di quanti sono chiamati alla responsabilità di governo e di gestione degli Enti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”. Disposta una regolamentazione per le controversie: “A questa normativa, di carattere sostanziale, si accompagna una normativa processuale, volta a garantire il ricorso alla tutela giurisdizionale in caso di controversie circa le procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici o in relazione ai provvedimenti di iscrizione o di cancellazione dall’Albo degli operatori economici”.