Lodovico Pavoni è Santo!
La canonizzazione ieri, in piazza San Pietro. Tra gli 80mila fedeli presenti in piazza San Pietro per la celebrazione presieduta da papa Francesco anche i pellegrini arrivati a Roma per il fondatore della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata. L'omelia del Papa
Lodovico Pavoni è Santo!. La proclamazione "ufficiale" della santità del grande educatore bresciano è avvenuta ieri in piazza San Pietro a Roma, nel corso della celebrazione eucaristica nel corso della quale papa Francesco ha canonizzato il fondatore della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata insieme ad altri sei Beati:, Salomone Leclercq, Giuseppe Sánchez del Río, Manuel González García, Alfonso Maria Fusco, Gabriele del Rosario Brochero ed Elisabetta della Santissima Trinità Catez.
Grande la gioia dei bresciani e delle altre tante persone scesa a Roma per la canonizzazione del grande educatore bresciano. Tra loro il gruppo della parrocchia di Alfianello, comunità intimam,ente legata al Pavoni, e la folta delegazione arrivata dalla parrocchia dell'Immacolata e dall'Opera pavoniana in città.
Per i bresciani, prima della canonizzazione in piazza San Pietro, la celebrazione presieduta da mons. Luciano Monari, nel pomeriggio di sabato 14, al Santuario del Divino Amore.
Questa l'omelia pronunciata da papa Francesco nel corso della celebrazione di ieri: "All’inizio dell’odierna celebrazione abbiamo rivolto al Signore questa preghiera: crea in noi un cuore generoso e fedele, perché possiamo sempre servirti con lealtà e purezza di spirito. Noi, da soli, non siamo in grado di formarci un cuore così, solo Dio può farlo, e perciò lo chiediamo nella preghiera, lo invochiamo da Lui come dono, come sua “creazione”. In questo modo siamo introdotti nel tema della preghiera, che è al centro delle Letture bibliche di questa domenica e che interpella anche noi, qui radunati per la canonizzazione di alcuni nuovi Santi e Sante. Essi hanno raggiunto la meta, hanno avuto un cuore generoso e fedele, grazie alla preghiera: hanno pregato con tutte le forze, hanno lottato, e hanno vinto.
Pregare, dunque. Come Mosè, il quale è stato soprattutto uomo di Dio, uomo di preghiera. Lo vediamo oggi nell’episodio della battaglia contro Amalek, in piedi sul colle con le braccia alzate; ma ogni tanto, per il peso, le braccia gli cadevano, e in quei momenti il popolo aveva la peggio; allora Aronne e Cur fecero sedere Mosè su una pietra e sostenevano le sue braccia alzate, fino alla vittoria finale. Questo è lo stile di vita spirituale che ci chiede la Chiesa: non per vincere la guerra, ma per vincere la pace!
Nell’episodio di Mosè c’è un messaggio importante: l’impegno della preghiera richiede di sostenerci l’un l’altro. La stanchezza è inevitabile, a volte non ce la facciamo più, ma con il sostegno dei fratelli la nostra preghiera può andare avanti, finché il Signore porti a termine la sua opera.
San Paolo, scrivendo al suo discepolo e collaboratore Timoteo, gli raccomanda di rimanere saldo in quello che ha imparato e in cui crede fermamente (cfr 2 Tm 3,14). Tuttavia anche Timoteo non poteva farcela da solo: non si vince la “battaglia” della perseveranza senza la preghiera. Ma non una preghiera sporadica, altalenante, bensì fatta come Gesù insegna nel Vangelo di oggi: pregare sempre, senza stancarsi mai (Lc 18,1). Questo è il modo di agire cristiano: essere saldi nella preghiera per rimanere saldi nella fede e nella testimonianza. Ed ecco di nuovo una voce dentro di noi: “Ma Signore, com’è possibile non stancarsi? Siamo esseri umani… anche Mosè si è stancato!...”. E’ vero, ognuno di noi si stanca. Ma non siamo soli, facciamo parte di un Corpo! Siamo membra del Corpo di Cristo, la Chiesa, le cui braccia sono alzate giorno e notte al Cielo grazie alla presenza di Cristo Risorto e del suo Santo Spirito. E solo nella Chiesa e grazie alla preghiera della Chiesa noi possiamo rimanere saldi nella fede e nella testimonianza.
Abbiamo ascoltato la promessa di Gesù nel Vangelo: Dio farà giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui (cfr Lc18,7). Ecco il mistero della preghiera: gridare, non stancarsi, e, se ti stanchi, chiedere aiuto per tenere le mani alzate. Questa è la preghiera che Gesù ci ha rivelato e ci ha donato nello Spirito Santo. Pregare non è rifugiarsi in un mondo ideale, non è evadere in una falsa quiete egoistica. Al contrario, pregare è lottare, e lasciare che anche lo Spirito Santo preghi in noi. E’ lo Spirito Santo che ci insegna a pregare, che ci guida nella preghiera, che ci fa pregare come figli.
I santi sono uomini e donne che entrano fino in fondo nel mistero della preghiera. Uomini e donne che lottano con la preghiera, lasciando pregare e lottare in loro lo Spirito Santo; lottano fino alla fine, con tutte le loro forze, e vincono, ma non da soli: il Signore vince in loro e con loro. Anche questi sette testimoni che oggi sono stati canonizzati, hanno combattuto la buona battaglia della fede e dell’amore con la preghiera. Per questo sono rimasti saldi nella fede, con il cuore generoso e fedele. Per il loro esempio e la loro intercessione, Dio conceda anche a noi di essere uomini e donne di preghiera; di gridare giorno e notte a Dio, senza stancarci; di lasciare che lo Spirito Santo preghi in noi, e di pregare sostenendoci a vicenda per rimanere con le braccia alzate, finché vinca la Divina Misericordia".
Questa mattina, sempre in San Pietro, la messa di ringraziamento per la canonizzazione di Lodovico Pavoni, prima del rientro dei pellegrini a Brescia. Il 30 ottobre, alle 18.30, in Cattedrale a Brescia, poi la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo con cui la Diocesi esprimerà il suo grazie per il nuovo Santo