La carezza del Papa ai cristiani della Terra Santa
Una lettera indirizzata alle comunità di una terra tanto martoriata
“Non siete soli e non vi lasceremo soli, ma rimarremo solidali con voi attraverso la preghiera e la carità operosa, sperando di poter tornare presto da voi come pellegrini, per guardarvi negli occhi e abbracciarvi, per spezzare il pane della fraternità e contemplare quei virgulti di speranza cresciuti dai vostri semi, sparsi nel dolore e coltivati con pazienza”. A garantirlo è il Papa, nella lettera indirizzata ai cattolici di terra Santa, in cui rinnova l’invito “a tutti i cristiani del mondo a farvi sentire il loro sostegno concreto e a pregare senza stancarsi, perché l’intera popolazione della vostra cara Terra sia finalmente nella pace”.
“So che i vostri Pastori, i religiosi e le religiose vi sono vicini”, scrive Francesco: “li ringrazio di cuore per quanto hanno fatto e continuano a fare. Cresca e risplenda, nel crogiolo della sofferenza, l’oro dell’unità, anche con i fratelli e le sorelle delle altre Confessioni cristiane, ai quali pure desidero manifestare la mia spirituale vicinanza ed esprimere il mio incoraggiamento. Tutti porto nella preghiera”. E proprio con i cattolici di Terra Santa il Papa prega così: “‘Signore, tu che sei la nostra pace (cfr Ef 2,14-22), tu che hai proclamato beati gli operatori di pace (cfr Mt 5,9), libera il cuore dell’uomo dall’odio, dalla violenza e dalla vendetta. Noi guardiamo te e seguiamo te, che perdoni, che sei mite e umile di cuore (cfr Mt 11,29). Fa’ che nessuno ci rubi dal cuore la speranza di rialzarci e di risorgere con te, fa’ che non ci stanchiamo di affermare la dignità di ogni uomo, senza distinzione di religione, di etnia o di nazionalità, a partire dai più fragili: dalle donne, dagli anziani, dai piccoli e dai poveri’”.
“Una carezza ai cristiani di Terra Santa e del Medio Oriente, un ulteriore segno concreto della sua vicinanza”. Così padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, definisce al la lettera di papa. “Il Pontefice – afferma il Custode - riconosce che per i cristiani di Terra Santa il Venerdì Santo non ha fine, ma poi riconosce anche che i cristiani di Terra Santa in qualche modo sono testimoni della Risurrezione, con la loro capacità di stare dentro la storia di questa Terra sin dall’inizio”. Un aspetto significativo della lettera, per padre Patton, è “la sottolineatura di Papa Francesco dell’importanza della presenza cristiana in Terra Santa. I cristiani devono poter restare qui e non devono essere costretti ad emigrare. Ciò vale in tutto il Medio Oriente e anche negli altri Paesi del mondo dove i cristiani sono una minoranza perseguitata”.
La parola che pervade tutto il testo della lettera di papa Francesco è ‘pace’: “Il pontefice – a riguardo - cita San Papa Paolo VI, e la sua Nobis in animo, di 50 anni fa che recava la data del 25 Marzo 1974. Sembra che in questi 50 anni non siano stati fatti passi verso una pace reale, stabile, verso una pace che sia politica”. “Ringrazio Papa Francesco per questa lettera che ci affida alle mani del Signore e ci pone sotto la protezione della Vergine Maria. Il Pontefice non ha fatto mai mancare la sua vicinanza alla Terra Santa e il desiderio di pace per essa. Sull’esempio del Papa anche i cristiani nel mondo facciano sentire la loro vicinanza alla Terra Santa e si facciano pellegrini qui nei Luoghi Santi. Oggi è possibile venire in sicurezza a fare un pellegrinaggio, non è un atto coraggioso e imprudente. I cristiani di Terra Santa hanno bisogno di vicinanza quando le condizioni sono difficili. Pellegrinare è un atto di fede che ci permette di condividere la sofferenza con i cristiani locali”.