lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
di ALBERTO BAVIERA 22 giu 2024 22:08

Il Papa sull'Ia: rischi e opportunità

Papa Francesco: “Sul fronte dell’innovazione tecnologica si giocherà il futuro dell’economia, della civiltà, della stessa umanità”

“È sul fronte dell’innovazione tecnologica che si giocherà il futuro dell’economia, della civiltà, della stessa umanità”. È il monito ribadito oggi da Papa Francesco ricevendo in udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, i partecipanti alla Conferenza internazionale promossa dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice sul tema “L’Intelligenza artificiale e il paradigma tecnocratico: come promuovere il benessere dell’umanità, la cura per la natura e un mondo di pace”. Per il Santo Padre, “non dobbiamo perdere l’occasione di pensare e agire in un modo nuovo, con la mente, con il cuore e con le mani, per indirizzare l’innovazione verso una configurazione centrata sul primato della dignità umana”. “Questo non va discusso”, ha ammonito Francesco, auspicando “un’innovazione che favorisca sviluppo, benessere e convivenza pacifica e che protegga i più svantaggiati. E ciò richiede un ambiente normativo, economico e finanziario che limiti il potere monopolistico di pochi e consenta allo sviluppo di andare a beneficio di tutta l’umanità”. Parlando dell’Intelligenza artificiale il Papa ha rimarcato che “è un tema che merita particolare attenzione”, perché “influenza in modo dirompente l’economia e la società e può avere impatti negativi sulla qualità della vita, sulle relazioni tra persone e tra Paesi, sulla stabilità internazionale e sulla casa comune”. Francesco ha ricordato che “ho trattato dello sviluppo tecnologico nell’enciclica Laudato si’ e nell’esortazione apostolica Laudate Deum, e dell’Ia nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace di quest’anno e, pochi giorni fa, nell’intervento al G7”.

Il Papa ha ribadito l’importanza di riflettere circa “le opportunità e i rischi connessi allo sviluppo e all’utilizzo dell’Ia, con un approccio trasversale e soprattutto con uno sguardo antropocentrico, e avendo ben presente il pericolo di un rafforzamento del paradigma tecnocratico”. “L’analisi multidisciplinare – ha osservato – è fondamentale per cogliere tutti gli aspetti attuali e prospettici dell’Ia, i vantaggi che può apportare in termini di produttività e crescita e i rischi che può comportare, per individuare le corrette modalità etiche di sviluppo, utilizzo e gestione”.

“Siamo sicuri di voler continuare a chiamare ‘intelligenza’ ciò che intelligenza non è? È una provocazione. Pensiamoci, e chiediamoci se l’usare impropriamente questa parola così importante, così umana, non è già un cedimento al potere tecnocratico”. Si è concluso con questa provocazione il discorso pronunciato questa mattina da Papa Francesco ricevendo in udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, i partecipanti alla Conferenza internazionale promossa dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice sul tema “L’Intelligenza artificiale e il paradigma tecnocratico: come promuovere il benessere dell’umanità, la cura per la natura e un mondo di pace”.

“La domanda di fondo che vi siete posti è questa: a cosa serve l’Ia?”, ha osservato il Santo Padre, domandando: “Serve a soddisfare i bisogni dell’umanità, a migliorare il benessere e lo sviluppo integrale delle persone, oppure serve ad arricchire e aumentare il già elevato potere dei pochi giganti tecnologici nonostante i pericoli per l’umanità?”. “Questa è la domanda di base”, ha proseguito, rilevando che “la risposta dipende da tanti fattori e diversi sono gli aspetti da esplorare”. Francesco ha voluto “richiamarne alcuni, come stimolo per vostri ulteriori approfondimenti”. Innanzitutto “va approfondito il delicato e strategico tema della responsabilità delle decisioni prese utilizzando l’Ia; questo aspetto interpella vari rami della filosofia e del diritto, oltre a discipline più specifiche”. Poi “vanno individuati gli opportuni incentivi e una efficace regolamentazione, da un lato per stimolare l’innovazione etica utile al progresso dell’umanità, dall’altro per vietare o limitare gli effetti indesiderati”. Inoltre, “tutto il mondo dell’educazione, della formazione e della comunicazione dovrebbe avviare un processo coordinato, per accrescere la conoscenza e la consapevolezza di come usare correttamente l’Ia e per trasmettere alle nuove generazioni, sin dall’infanzia, la capacità critica nei confronti di tale strumento”. E poi “vanno valutati gli effetti dell’Ia sul mondo del lavoro”. “Invito i membri della Fondazione Centesimus Annus e quanti partecipano alle sue iniziative – l’esortazione del Papa – a farsi parte attiva, nei rispettivi ambiti, per sollecitare un processo di riqualificazione professionale e l’adozione di forme atte a facilitare il ricollocamento delle persone in esubero presso altre attività”. Francesco ha continuato sottolineando che “vanno esaminati attentamente gli effetti positivi e negativi dell’IA nel campo della sicurezza e della riservatezza” così come “vanno considerati e approfonditi gli effetti sulla capacità relazionale e cognitiva delle persone, e sui loro comportamenti. Non possiamo accettare che queste capacità vengano ridotte o condizionate da uno strumento tecnologico, cioè da chi ne detiene il possesso e l’uso”. “Infine – ma questo elenco non vuol essere esaustivo – occorre ricordare gli enormi consumi di energia richiesti per sviluppare l’Ia, mentre l’umanità sta affrontando una delicata transizione energetica”.


ALBERTO BAVIERA 22 giu 2024 22:08