I vescovi ucraini col Papa per la consacrazione
Dal Paese martoriato dalla guerra la conferma che i cattolici ucraini vivranno l'atto di consacrazione presieduto da papa Francesco alle 17 di oggi in San Pietro
Alle 17 di oggi, nel corso della liturgia penitenziale che di terrà nella basilica di San Pietro, papa Francesco consacrerà la Russia e l’Ucraina al cuore immacolato di Maria. Tra i vescovi di tutto il mondo invitati ad unirsi alla supplica ci saranno anche quelli dell’Ucraina devastata dalla guerra mossale dalla Russia. Nonostante i bombardamenti, le sirene e il coprifuoco, anche in Ucraina, da Kiev a Odessa, i cattolici vivranno in comunione con il Papa il momento di preghiera.
La conferma è giunta dal il nunzio apostolico, mons. Visvaldas Kulbokas, che telefonicamente ha descritto come in Ucraina, vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli si stanno preparando a vivere questo atto di consacrazione. “E’ un momento molto importante”, dice il nunzio. “Qui in Ucraina ogni vescovo, ogni diocesi sono stati informati e non c’è dubbio che per quanto possibile tutti i vescovi e tutti i sacerdoti lo vivranno intensamente”. Solo il coprifuoco impedirà di vivere in contemporanea con Roma la consacrazione. A Kiev si è quindi deciso di vivere l’atto di consacrazione nella cattedrale romana cattolica di Sant’Alessandro, insieme al vescovo Vitalij Kryvyc’kyj, ordinario di Kiev attorno alle 18 (ora locale), poco prima che ciò avvenga a Roma con papa Francesco che, poi, sarà seguito in mondo visione (“sempre che la situazione lo permetta” ha affermato il nunzio).
Mons. Visvaldas Kulbokas ha fatto anche sapere che un grande gruppo di vescovi greco-cattolici vivrà l’atto di consacrazione “fisicamente riunito”, in un luogo che si preferisce far rimanere anonimo e nascosto. “Difficile sapere quanti di loro potranno essere presenti, perché non per tutti è possibile muoversi”. Il nunzio ha spiegato quindi con quale predisposizione d’animo si prepara personalmente a vivere questo momento. Il pensiero va immediatamente alle “persone che muoiono e sono ferite, compresi bambini. Alle persone che muoiono per fame, freddo e anche di sete. La loro preghiera è ancora più grande e più importante che la nostra. Il nostro ruolo di pastori è allora quello di unire spiritualmente tutta la sofferenza dell’umanità, rappresentata in primo luogo dai bambini e dai più deboli, e offrirla molto umilmente al Cuore Immacolato di Maria, nostra Madre, e chiedere la sua intercessione perché il cuore nostro e il cuore di tutta l’umanità si converta e perché diventiamo davvero umani, davvero fratelli tutti. Che il Signore ci conceda la pace”.
“Questo dolore – aggiunge il nunzio – lo viviamo insieme con la Madre di Dio e ci purifica tutti, non soltanto chi noi indichiamo come violento e aggressore, ma purifica tutti perché tutti siamo peccatori. Per questo motivo, chiediamo al Signore il perdono. In più, noi sappiamo che la Vergine Maria, con l’arcangelo Michele e tutti gli angeli, è colei che protegge tutta l’umanità contro le forze del maligno”. In preparazione a questo atto di consacrazione, i vescovi cattolici latini ucraini hanno chiesto alle diocesi di prepararsi con una Novena, una veglia di preghiera per la fine della guerra e il dono della pace che si è vissuta nei nove giorni precedenti.
Anche ad Odessa i cattolici si uniranno in preghiera. Alle 17 (ora locale), ci sarà in cattedrale l’adorazione del Santissimo fino alle 18. Poi il vescovo, mons. Stanislav Szyrokoradiuk, celebrerà una messa. Dopo la Messa ci sarà l’Atto di Consacrazione in unione con il Papa e con la presenza di tutti i sacerdoti di Odessa che raggiungeranno la cattedrale.