Colombia: Francesco messaggero di pace
Prende il via domani il viaggio del Papa nel Paese latinoamericano da poco uscita da una guerra interna durata più di mezzo secolo. Dopo Paolo VI nel 1968 e San Giovanni Paolo II nel 1986, Francesco è il terzo pontefice ad abbracciare il Paese. Con oltre 48 milioni di abitanti, di cui il 94% cattolici - anche se non tutti praticanti - la Colombia è pronta ad accogliere papa Francesco .
“Verrò come pellegrino di speranza e di pace, per celebrare con voi la fede nel nostro Signore e anche per imparare dalla vostra carità e dalla vostra perseveranza nella ricerca della pace e dell'armonia”.Con queste parole, papa Francesco ha aperto il video messaggio dedicato al “popolo della Colombia”, terra che visiterà da domani, 6 settembre, fino a lunedì 11.
Citando il motto del viaggio “Facciamo il primo passo", il Papa ha invitato a creare ponti per costruire fraternità e dunque creare quel nuovo percorso di pace da lui stesso sostenuto e incoraggiato. “La pace è quella che la Colombia cerca e per il cui conseguimento lavora da molto tempo – è un altro passaggio del messaggio di papa Francesco - Una pace stabile, duratura, perché possiamo vederci e trattarci come fratelli, non come nemici. La pace ci ricorda che siamo tutti figli dello stesso Padre che ci ama e ci conforta.”
Dopo il riconoscimento dell’impegno di tutti quegli uomini e quelle donne che hanno lavorato “con determinazione e perseveranza” per rendere la Colombia “un luogo in cui regna l’armonia e la fraternità” e in cui “il Vangelo è conosciuto e amato”, Papa Francesco ha fatto appello anche alla Chiesa chiamata “per promuovere” non solo “la riconciliazione con il Signore e con i fratelli”, ma anche con il Creato così selvaggiamente sfruttato.
Solo nel giugno scorso si è concluso il negoziato di pace tra governo e Farc che ha posto ufficialmente termine a un conflitto che, in più di 50 anni, ha causato oltre 260mila morti, più di 60 mila dispersi e 7 milioni di sfollati e profughi.
Molto ancora è dunque da costruire e sanare, ma l'attesa del Papa in questa terra si riempie di speranza come dichiarato in un’intervista all’arcivescovo Ettore Balestrero, nunzio apostolico in Colombia, che vede il viaggio di Francesco come invito “a non cadere nei tentacoli della corruzione, della polarizzazione”, equilibrando “verità” e “misericordia” per rompere con un passato di sangue.
Dopo Paolo VI nel 1968 e San Giovanni Paolo II nel 1986, Francesco è il terzo Papa ad abbracciare il Paese latinoamericano. Con oltre 48 milioni di abitanti, di cui il 94% cattolici - anche se non tutti praticanti - la Colombia è pronta ad accogliere il Pontefice.
La Conferenza episcopale, guidata da mons. Oscar Urbina Ortega, arcivescovo metropolita di Villavicencio, ha avviato da mesi la preparazione con incontri, dibattiti, catechesi, celebrazioni religiose. Per le vie di Bogotá, che non nascondono i disagi sociali e le contraddizioni della città, campeggiano cartelloni e murales, raffiguranti Francesco, il suo sorriso, la sua tenacia. Su un grattacielo, un countdown luminoso indica che manca soltanto un giorno all’arrivo del Papa. L’avenida 26, che collega l’aeroporto al centro, è già quasi sgombra dal traffico: dopo l’atterraggio in aeroporto, Francesco la percorrerà in papamobile, fino alla nunziatura apostolica: sono attese 700mila persone lungo la strada.
L’Esercito di liberazione nazionale, che da poco ha avviato un negoziato col governo, ha detto sì a un cessate il fuoco in occasione della visita di papa Francesco, qui indicato già come “banditore di pace”.