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Città del Vaticano
di M. MICHELA NICOLAIS - VATICAN NEWS 25 ott 2024 06:25

Chiave di lettura del magistero di papa Francesco

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Così il teologo Bruno Forte che ha partecipato alla presentazione di "Dilexit nos" nella stampa vaticana, definisce la nuova enciclica sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo

“L’Enciclica offre la chiave di lettura dell’intero magistero di questo Papa, come ci fa capire lui stesso”. Così mons. Bruno Forte, teologo, arcivescovo di Chieti-Vasto, ha presentato ieri  in sala stampa vaticana la quarta enciclica di papa Francesco, “Dilexit nos”. “

Lungi dall’essere un magistero schiacciato sul sociale, come a volte è stato maldestramente inteso, il messaggio che questo Papa ha dato e dà alla Chiesa e all’intera famiglia umana nasce da un’unica sorgente, presentata qui nella maniera più esplicita: Cristo Signore e il Suo amore per tutta l’umanità”, ha detto il presule: “È la verità per cui Jorge Mario Bergoglio ha giocato tutta la Sua vita e continua a spenderla con passione nel suo ministero di vescovo di Roma e pastore della Chiesa universale”.

Nella prima nota del testo, ha fatto notare Forte, il Santo Padre rivela che buona parte delle riflessioni dl primo capitolo “si sono lasciati ispirare da scritti inediti del padre Diego Fares”, recentemente scomparso. “Tutto ciò che viviamo è unificato nel cuore”, ha osservato il teologo presentando il testo papale: “le tante piccole cose che fanno la vita, come le grandi ferite prodotte dalle guerre, dalle violenze, dalle infermità e dalla morte, ci toccano nel cuore. Chi non lo percepisce mostra di essersi inaridito”. Tra le figure citate, quella di John Henry Newman, che aveva assunto come suo motto l’espressione “cor ad cor loquitur”. Di fronte ad una “forte avanzata” della secolarizzazione, che “aspira ad un mondo livero da Dio”, la devozione al Sacro Cuore “ci aiuta a mettere al centro di tutto l’amore”..

Più che “un cambio di passo” per il Papa, la Dilexit Nos “è un cambio di passo per chi ha interpretato il magistero di Francesco come appiattito, schiacciato sul sociale e sul politico e non ha compreso l’ispirazione profonda presente in tutti i suoi testi… Parlando del Sacro Cuore, il Papa ci ha messo il cuore, tutto sé stesso”. Ha usato anche giochi di parole per ribattere a discussioni e critiche intra-ecclesiali che hanno accompagnato in questi anni il magistero di Jorge Mario Bergoglio, mons. Bruno Forte

Dilexit nos attinge infatti al vissuto personale del Papa, alla sua spiritualità, agli scritti inediti del “figlio spirituale” padre Diego Fares, ma anche al magistero e alle tradizioni del passato. Non va, tuttavia, interpretata in una chiave intimista, quella persistita per anni che sembrava astrarre i credenti da un impegno storico. Anzi, ha detto monsignor Forte, “uno degli aspetti più convincenti è il fatto che Papa Francesco mostra che proprio la devozione al Cuore di Gesù ci chiama a fare esperienza di un amore che si fa storia, carne, presa di posizione a favore degli ultimi”. È “una sorgente da cui scaturisce l’impegno, il compromiso per i più poveri”.

Tra questi Forte ha annoverato anche le vittime di guerra. Non manca, infatti, uno sguardo all’attualità nel testo magisteriale: “In un tempo drammatico – ha continuato mons. Forte - segnato dalle tragedie della martoriata Ucraina e della Terra Santa”, Dilexit nos “appare come una sorta di sfida a guardare alto, che significa cercare vie dove non basta solo la logica del più forte che vince, ma occorre capire il dramma umano che tante persone stanno vivendo, per andare loro incontro con scelte coraggiose, a volte perdenti, ma per il bene di tutti”.

L’arcivescovo ha  ricordato i “giovani russi e ucraini morti in questo assurdo conflitto”, i recenti fatti in Libano, la ricostruzione di Gaza con i suoi oltre 46 mila morti, le “offese e ferite” provocate dall’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre che sembra “possono essere ripagati solo uccidendo o facendo violenza”. Proprio da questo scenario nasce l’invito di Francesco a “imboccare una via più coraggiosa, disposta ad accettare il compromesso di una via comune. Altrimenti non se ne esce”. “Andare avanti così è un assurdo davanti al quale ogni persona che pensa con razionalità dovrebbe rispondere: ‘No, occorre trovare un’altra strada’”, ha chiosato monsignor Forte. L’enciclica spinge quindi all’“audacia” di “dire qualcosa di alternativo alla logica che sembra dominare il mondo”. Questo ritorno alla centralità del cuore “è un messaggio estremamente attuale, non un escamotage, un rifugio intimistico e spirituale davanti alle drammatiche sfide del presente, ma la proposta del Vangelo della via dell’amore e del perdono”.

“Bisogna tornare al cuore perché unisce frammenti di vita vissuta”, sottolinea Forte nel suo intervento scandito dalle citazioni dei vari autori richiamati dal Papa nel documento: da Newman a Rahner, da Guardini a Padre Pio e Madre Teresa, e anche padre Diego Fares, il “pensatore” argentino che di Bergoglio fu confratello (“È bello che il Papa si metta in gioco citando la voce di un fratello nella spiritualità ignaziana”). “Dove non si sa guardare anche col cuore c’è qualcosa che non va, c’è aridità. Quando si vedono mamme piangere – come accade in Ucraina e Terra Santa - o si sente augurare la morte è segno di un mondo senza cuore”, ha concluso l’arcivescovo.

M. MICHELA NICOLAIS - VATICAN NEWS 25 ott 2024 06:25